mercoledì 23 novembre 2011

Io "intollero"

Che io fossi intollerante lo sapevo, basta contare quanto volte al giorno sbuffo, aggrotto le sopracciglia o alzo gli occhi al cielo! In pratica "faccio le facce". Se lavorassi per  RAI 1 sarei a casa già da un bel pezzo ;)

Ma che io fossi VERAMENTE INTOLLERANTE a molti alimenti l'ho scoperto solo da poco, grazie a una superdottoressa che mi ha fatto simpatia a prima vista, nonostante mi stesse seppellendo di brutte notizie!

A lei, medico chirurgo con specializzazioni in medicina naturale, estetica e omeopatia (che ovviamente sta sulle palle sia a mia mamma che a mio babbo), parlando di collagene e acne, è venuto in mente che i brufoletti (eufemismo) che ogni tanto ho sul collo e intorno alla bocca, all'alba dei miei 40 anni, non siano di natura ormonale, ma causati da cibo che per il mio organismo e' tossico.

Da vegetariana convinta, mi sono sottoposta al test per le intolleranze alimentari con la spavalderia e l'incoscienza di chi si aspetta di sapere tutto. Orrida sbruffona, ero convinta che la dottoressa mi dicesse: "Grillina, ha ragione a essere vegetariana, il suo corpo repelle carne e pesce". E invece no, cara bella, il tuo corpo repelle esattamente ciò che a te piace di più. Ha fottutamente ragione Angelina Jolie in Pitt ( forse) a tatuarselo sul corpo. Quod me nutruit me destruit. Cazzarola. Dovrei forse aggiungere un tatuaggio anche io, ai 9 che ho già.

Olio di oliva? Ti piace?
Ora faresti meglio a parlarne al passato, cara.
Olive? Come sopra, bbbella.
Latticini e derivati? Raus....
Se fai la brava puoi, ogni tanto, buttarti su bufala e ricotta, ma di capra, NON di mucca. Porca vacca, è il caso di dirlo. oppure Vacca boia...
Pomodori? Nein
Quindi pizza? Storazzo
Pane? Pasta? Ahahahahahhaha, cabarettista.

Sono intollerante al grano, poccattroia (detto alla Antonio Albanese che fa il foggiano)… e la brioches alla mattina, e il cappuccino???? Si può portare il latte di soia nooooooo il latte di soia no, che sei intollerante... insomma il latte di mais o di riso al bar e loro ti fanno un cappuccino ad hoc per te… mavvaffanculo, era l'unica cosa bella della giornata.


Mele? No
Fragole? No
Pesche? No
Angurie? No
Lattuga? No
Gelato? No
Cavolo? NO (emmenomale)

L’ho presa però come una sfida. E’ banale mangiare tutto quello che mangiano gli altri ! Si tratta solamente di sostituire gli alimenti “tossici” con dei similari non tossici… chissà, potrei scoprire cose interessanti. Alla fine, se ci pensate, vale anche per gli uomini: se riesco a sostituire gli alimenti tossici con quelli atossici riuscirò sicuramente a sostituire anche gli uomini nocivi con quelli salutari (sempre ce ne siano in natura).


Insomma, devo stare un mese senza gli alimenti intossicanti, poi, dopo un secondo controllo, lentamente potrò re-inserire alcuni cibi. Spero tocchi alla mozzarella e al grano e all’olio di oliva…
Non oso chiedere alla dottoressa di mangiare il burro di arachidi, quello lo trovo un filino difficile…

Certo, pensate che figata se mi dicesse: Bella, dopo analisi accurate mi risulta che lei possa vivere solo di pizza, pistacchi, fonzies, burro di arachidi e dulce de leche…

Ahhh il paradiso in terra...

Meno male non sono intollerante al collagene, troppi drammi insieme non potrei reggerli!

Buonanotte dalla Vostra Giulina Intollerante

mercoledì 5 ottobre 2011

In fiera

Con le fiere ho un rapporto di amore barra odio.

Odio, perché nella loro crudezza commerciale e consumistica (io espongo ed e' ovvio che voglio che tu guardi e compri - tu visiti e decidi se apprezzare quindi comprare il mio lavoro di mesi) sono volgarissime, da un punto di vista meramente artistico. Tutto e' ovviamente finalizzato alla vendita. Non ci sono scopi artistici, o sociali, o benèfici che tengano. Io lavoro tu compri io guadagno tu rivendi tu guadagni poi ritorni mi ricompri io riguadagno tu mi riacquisti poi rivendi poi guadagni... Insomma, una mostra d'arte e' altro. Ma bisogna pur mangiare, tutti i giorni, anche 4 volte, e dare da mangiare. Quindi vada per le fiere.

Poi c'e fiera e fiera, banalmente. Sicuramente quella del bullone mi attira molto, ma molto meno di Baselworld, che e' la fiera dell'orologeria più importante al mondo. Ed e' bellissima!

Amore, perché nonostante la repulsione e i giuramenti cone me stessa di cambiare lavoro, io le frequento da una vita: come espositore, come pr, come visitatrice, come organizzatrice... Insomma mi danno da mangiare da almeno 20 anni.

In fiera, se va tutto bene, si lavora come pazzi senza interruzioni. Anche se non ci sono visitatori allo stand non ci si allontana quasi mai: vivi nell'ansia che possa arrivare IL cliente o IL giornalista e che tu non sia li a fare la tua belle figura e a vendere, prodotti, o informazioni. Oppure che se ti distrai ti fottano qualcosa: la borsa, un oggetto esposto, il cliente stesso medesimo (le pr competitor che si prostituiscono in fiera sono numerosissime).

Ma se la fiera è moscia (termine tecnico) allora sono plurime le attività che uno/una può intraprendere!!

Puoi per esempio lamentarti tutto il tempo e guardare in continuazione l'orologio non vedendo l'ora di arrivare a casa per toglierti le maledette scarpe che hai scelto la mattina come un'idiota sperando di beccare (pivella).

Oppure puoi portarti delle ballerine di ricambio (consiglio quelle di Roger Vivier, checché ne dica il mio calzolaio, altre belle in giro, a mio parere, non ve ne sono) e utilizzare il tuo tempo per:

a) flirtare con i ragazzi dello stand accanto. Non porta a niente se non a una notte di sesso. Attività personalmente sconsigliata perché se non dormi bene le tue otto ore, il giorno dopo sei un cesso, lavori male e nessuno ti conferma per la fiera successiva

b) cercare nuovi clienti. Io lo faccio sempre ed è divertente e produttivo. Non dico mai a nessuno quale sia il mio ruolo, ma tengo i biglietti da visita e cerco di sembrare professionale e produttiva, perché nella vita non si sa mai. Senza prostituirsi e senza fottere i clienti alle altre. Se sei brava e fai bene il tuo lavoro, nessuna consulente della comunicazione di passaggio ti porterà via mai niente!

c) controllare lo stand dei competitor. Molto utile e interessante per imparare, crescere e migliorare (e se il competitor paga di più why not?). Scherzo.  A me non è mai successo perché professionalmente sono molto fedele (!!!) però ho visto persone lavorare per un'azienda e la fiera successiva per il nemico uhmmm qui gatta ci cova...

d) fare la lista della spesa

e) fare la lista dei regali di Natale dell'anno in corso

f) fare la lista delle priorità

g) scrivere quella mail che rimandi da troppo tempo, ormai con iPhone, blackberry, iPad non hai più scuse per non rispondere all'amica dell'università che ti ha scritto 3 settimane orsono

h) chiamare i nonni al telefono


i) scrivere un blog... Ops ...


;)

Buone fiere a tutti

Giulia

mercoledì 7 settembre 2011

Ciambelle

Per favore, non mi fraintendete durante la lettura delle prossime boiate. E' necessario che voi colleghiate il neurone, sempre se vi va. Altrimenti leggete pure e massacratemi. Me ne farò una ragione ;)

Credo fermamente che al mondo non ci sia giustizia, che la vita sia fatta anche di dolore, che spesso sia una vera merda. Ma credo che le persone nate diciamo nell'emisfero boreale siano INDICATIVAMENTE (neurone collegato?) nate tutte con - chiamiamoli  - gli stessi ingredienti per una fantastica ciambella.

Il fatto che la ciambella riesca col buco o meno dipende ESCLUSIVAMENTE da ognuno di noi!

Ok, qualcuno e' più privilegiato di altri, a qualcuno va veramente di culo, e magari manco se lo merita, qualcuno fa il furbetto, qualcuno e' distratto (diciamo così) e non si accorge delle potenzialità della propria esistenza. Qualcuno è proprio sfigato, poro nino (come dice mio figlio), e non vi e' una cippa lippa da fare.

Ma in linea di massima credo che la vita di ognuno di noi vada nella direzione giusta, cioè quella da noi fortemente desiderata, in modo proporzionale al tempo che dedichiamo alle nostre passioni, all'impegno, allo studio. In una parola alla costruzione della medesima.

Ok 1 2 3 massacratemi pure!

A me e a parecchi di coloro che mi circondano pare sia andata così. E' ovvio che sia difficile, che talvolta sputi sangue, che altre lo prendi li.... E' ovvio. Ma non fare niente, non provare nemmeno ad andare nella direzione giusta e peggio ancora, piangersi addosso senza iniziative è la cosa più sbagliata del mondo, a mio modestissimo avviso.

In poche parole io credo, parlando per motti, che volere sia sempre potere, che se non provi hai già fallito, che nessuno di noi abbia mai vinto una guerra senza dividerla in singole battaglie. Esempio cretino, scusate, e poco rispettoso di quello che purtroppo sta succedendo nel mondo, ma purtroppo calza proprio a pennello.


Detesto chi crede che tutto sia dovuto, che tutto sia sempre in discesa e (orrore) che lo insegna ai figli. Dove andiamo se ci svegliamo la mattina e iniziamo a pestare i piedi urlando voglio??? oppure "io mi aspetto che tu" -  "io esigo" - "tu non sai che sono io" (e sottinteso, cosa posso ottenere io)...

Ok, ci sono le malattie. Lo so benissimo. Alcune di queste arrivano random, alla stracazzo (per usare un termine strettamente scientifico), però anche l'approccio emotivo in questi casi è fondamentale... e comunque in certi casi si può lottare per guarire o lottare per non ammalarsi... insomma non voglio essere superficiale su questo punto...


Quello che voglio dire è che c'è una speranza per tutti: basta rimboccarsi le maniche.
A mio modesto avviso.

Buonanotte.
LaGiulina 

lunedì 5 settembre 2011

Buoni propositi

Scusatescusatescusate, volevo veramente scrivere e tenere aggiornato il blog, giuuuuuro, ma poi ha prevalso la pigrizia, ma soprattutto la voglia di staccare veramente la spina e fare in un mese tutto quello che nei restanti 11 non è permesso o semplicemente non si fa.

Quindi:

  • vacanze in un posto poco glam… non che Milano sia il nonplusultra dello chic, ma certo è la capitale della moda. Sfido chiunque a dire il contrario
  • cellulare spento o meglio, posizionato nell’unico posto della casa in cui c’è campo (cioè veramente davanti a un campo verde e pieno di more con pecore pascolanti, giuro, non sfotto) ma con suoneria bassa. Alla decima chiamata richiamavo… forse
  • scarpe basse. I tacchi sono rimasti a Milano (all’inizio è stata dura, ma poi c’ho fatto il callo eh eh eh)
  • vestiti come capita. Quelli fighi a casa, nell’armadio di Milano. Non che andassi in giro come un cesso ambulante, ma se mi fossi fatta un colloquio di lavoro in quei giorni non mi sarei presa, non so se mi spiego (disse il paracadute)
  • no make up. Si, lo so, affermazione forte. Passati i primi giorni di comprensibile nausea, poi ci si abitua. Con il vantaggio che quando poi ti trucchi di nuovo sembri una strafiga al primo passaggio di mascara (adoroooo)
  • poca fissazione sulle calorie. Però nemmeno svacco totale: se vuoi un bombolone te lo spari, ma poi vai  a correre, cara bbbella… mi sono spiegata.. è infatti sono tornata 58 chili esattamente come sono partita.
  • Poca pierraggine. Quel tanto che basta per non fare a cazzotti coi vicini di ombrellone o per non farsi diseredare dalla mamma
  • Più tempo per mio figlio: che significa più tempo per giocare ma anche più tempo per mettere nuove regole e farle rispettare (uhmmmm)

Forte di questa nuova maturità (cazzarola) mi sono proprio goduta le mie 4 settimane (cazzarola) di vacanze e sto disperatamente cercando ora di non perdere lo zen acquisito. Chi vivrà vedrà. E voi???

Validi alleati per l’inverno che arriva? Le 12 ore giornaliere di sonno accumulate, un filino di abbronzatura tanto per togliere il verde Milano (che quest'anno comunque va, oh se va) e il mio migliore amico, il collagene, che mi ha spianato la faccia e ritirato su le tette. Dio lo abbia in gloria.


C’è di peggio.
A domani, forse.

LaGiulina

lunedì 25 luglio 2011

Le parole dette

Lo so che con queste righe mi sputtanerò, ma essere una blogger e' uno sporco mestiere e qualcuno deve pur farlo. Scriverò delle cose forti, qui, ma me ne assumo le mie piene responsabilità!

Sto uscendo da un tunnel fatto di aggressività, acidità, amarezza, stress. Il mio cambiamento si deve alla maternità o alla maturità, per non chiamarla vecchiaia. Fatto sta che ora sono cambiata, molto, e la Giulia di prima non mi piace più. Quando ne vedo ancora traccia nei miei comportamenti mi deprimo, ma è soprattutto quando la scorgo in quelli altrui mi innervosisco moltissimo.

Sarà che siamo tutti un po' stressati, a Milano, ma non solo, sarà che siamo sempre più a corto di tempo per noi, ma anche di spazio, di soldi, di cose belle, di gesti "alti" ... sarà, ma siamo tutti ruvidi, e non e' affatto giusto. Non lo è per noi stessi, non lo è per chi ci ascolta, per i bimbi che ci prendono come esempio, non lo è MAI, dato che una brutta parola può rovinare un rapporto per sempre.

Una parola detta rimane nell'aria e avvelena, come recita una canzone a me tanto cara dei Madreblu:

"... le parole sono spari nel buio,
fanno male senza avere intenzione,
o conoscono la direzione giusta
proprio dritte e ferme colpiscono
frasi uscite dalla bocca, pensieri..."

Una parola brutta, un tono minaccioso o arrogante, un’interruzione brusca sono un'aggressione verbale che non si dimentica. Io DETESTO l’aggressività di qualunque forma, i modi sgarbati, le rispostacce, i clamorosi abbassamento di registro, la maleducazione nelle donne, le parolacce nei bambini.
Io ricordo ancora TUTTE le cose brutte, forti, volgari che mi sono state dette dai genitori, dagli amici, dagli insegnanti, dagli ex: ferite che mi hanno segnato e che rimangono incise nella carne e che per la maggior parte dei casi sono state dimenticate da chi le ha dette.

Ricordo una terribile professoressa di tedesco alla Scuola Interpreti di Firenze: la feci arrabbiare per un passivo sbagliato e mi urlò: “FRAU BERNINI, SIE SIND EINE KATASTROPHE!” (traduzione più che ovvia: “Bernini, lei è una catastrofe”) … Ora, può darsi anche che l’orrida Heinemeier abbia avuto ragione da vendere, ma c’è modo e modo …a parte il fatto che mi laureai in tedesco a pieni voti e che della mia classe iniziammo in 60 e finimmo in 3, comunque avrebbe potuto dirlo in modo più educato e corretto (dato che la scuola in questione costava una sassata e mi meritavo almeno la sua educazione…). La crucca ora non si ricorderà più di me, ma la frase berninisiesindeinekatastrophe mi risuona sempre nelle orecchie nei momenti più delicati della mia vita, andando a peggiorare  clamorosamente la stima che ho di me stessa. Vi sembra giusto?

Insomma, non sono stata immune da questa " malattia", ma ne sono uscita quasi del tutto. Cerco di parlare con calma e con un tono rassicurante, per motivi professionali (sono un'esperta di comunicazione) non posso certo parlare come una scaricatrice di porto (massimo rispetto).

Parlo tra l'altro più lingue e vorrei cercare di risultare educata, carina, professionale e competente in ciascuna di esse, che sia inglese, francese, tedesco o un po' di spagnolo. Vorrei cercare di avere il tono giusto con clienti e giornalisti, il che non significa essere piatta o legnosa, ma brillante e interessante, senza risultare sboccata, o troppo informale, come noi toscani sappiamo fare bene! Ma parlare da toscanaccia nel tempo libero e' "ganzo", a un convegno sul lusso un filino meno.

Non  solo, voglio avere il massimo rispetto anche per mio figlio che sta imparando ora, con molto ritardo, a parlare correttamente. Mi piace scandire bene le sillabe, usare parole nuove e difficili che piano piano entreranno a far parte del suo linguaggio quotidiano. Non voglio che sembri un piccolo lord, ma che almeno vada oltre mamma, pappa, bibe, cars ..

Insomma, prima di esprimervi a parole o a gesti inspirate-respirate-e-contate fino a dieci...  le parole sono spari nel buio, fanno male senza avere intenzione…

La vostra educatissima
Giulina

martedì 12 luglio 2011

Tolleranza zero

Io sono una stronza.

Non stronza nel senso di cattiva o invidiosa. Oppure sanamente egoista, cioè una che si para il culo in questo mondo di squali e stronzi veri. Io sono stronza nell’accezione più comune di una che fa le cose da stronza, cioè male. Non ve lo so spiegare bene, ma se continuate a leggere capirete. Insomma qualcosa farete anche voi, no, o devo fare tutto tutto io?  - come dice sempre il PN)

(Ecco perché sono stronza: perché potevo dirvelo bene, ma ve l’ho detto male)

Questo mio essere stronza si va a sommare al mio essere acida e al mio avere un carattere di merda (e  parlare come una contessina inglese, by the way). Il fatto che tutti mi trovino dolce, simpatica e adorabile è un mistero profondo e insondabile, secondo solo a quello tanto declamato “della fede “ (massimo rispetto), e all’altro mistero, quello inglese, cioè che Carlo abbia preferito Camilla a Diana.

Ci sarebbero veramente anche altri misteri tipo:

come fa a piacere ancora Gucci

perché ci vuole ancora la waiting list da Hermes quando  sappiamo tutte che è una bufala

perché gli uomini continuano a preferire le (finte) bionde … (non parlo di te, biondina)

perché sono zitella (forse perché acida, stronza e dal pessimo carattere? Ma allora è il cosiddetto cane che si morde la coda)

Ma affrontiamone uno per volta, fa caldo e sono stufa.

Riassumendo: io sono acida, stronza e ho un carattere di merda.
 Faccio anche la PR, professione molto poco adatta a una persona acida, stronza e dal carattere guanoso, come dico sempre, per cui questo mi rende anche un’idiota totale e poco lungimirante. Il fatto che io sia anche bravina – dicono i più - rende il tutto veramente incomprensibile.

Ma non complichiamoci la vita. Un mistero alla volta.

Ho poco tempo. Vivo continuamente e serenamente di corsa, dove serenamente è detto con ironia, molta ironia. Come più volte detto, sono una ragazza madre, molto madre e poco ragazza, il che significa che cresco mio figlio ( il PN, riassuntino per chi si fosse collegato solo oggi) da sola, con l’aiuto di Santa Isabel da Loja, Ecuador. E basta.
I miei genitori vivono a Siena, un fratello, Santo Sandro, a NY, uno a Milano, Santo Duccio che lavora come un mulo, anche se non ho mai capito che cacchio faccia, cmq è un Bocconiano, qualcosa di figo lo farà sicuramente, e una sorella, Santa Silvia, che ancora studia a Siena. Questa pletora di fratelli è bravissima col PN, ma capite bene che geograficamente parlando non è proprio alla mano. Santo Duccio mi aiuta nel we, insieme a Santa Claudia, la sua fidanzata.
Tutti sono stati beatificati e santificati solo per l’orrido fatto di dover aver a che fare con la sottoscritta, che ne è l’incompresa e vituperata sorella maggiore.

Premessa fatta per farvi capire che tra un figlio e tre lavori diversi (pr, personal shopper e consulente di un’azienda che produce collagene, il benedetto collagene) e ora anche blogger, non ho proprio i minuti da scialacquare. Come amo dire, sono solita dividere le giornate in 48 slot da 30 minuti l’uno e giro sempre con un’agenda elettronica (che altro non è che un vecchio Nokia che non riesco ad’abbandonare al proprio destino) che mi bippa in continuazione le cose da fare. Io la mando regolarmente a fare in culo, ma capite bene però che se lei bippa, qualcuno le avrà pur chiesto di farlo !!!

A causa quindi di quanto avviene nella mia vita, io ho tolleranza ZERO verso tutti, un po’come le offerte della TIM¸ io ho lo scazzo alla risposta verso tutti:

non amo perdere tempo, per cui se l’interlocutore si dilunga divento viola, inizio a farfugliare qualcosa e sparisco. Generalmente fingo un problema all’asilo per darmela a gambe levate. Ora che l’ho detto a tutti i miei 25 lettori di manzoniana memoria dovrò forzatamente (viva Cetto La Qualunque) cambiare scusa.

Non amo nemmeno ascoltare tutta tutta la telefonata di qualcuno, per cui a metà sostengo di aver capito e prometto di richiamare. Cosa che non faccio MAI

Non rispetto molto le regole stradali quando sbicicletto allegramente per la città e sono ricercata in più quartieri di Milano

Faccio le facce. Esattamente come quelle per cui Maria Luisa Busi è stata licenziata dal TG1. Io faccio le facce se sento delle cagate pazzesche, se mi annoio, se l’interlocutore mi sta offendendo l’intelligenza, se banalmente mentre sono lì vorrei (o dovrei) essere là.

Non faccio finire di parlare nemmeno i miei clienti, che sono quelli che mi consentono di essere RMPRMM
(ragazzamadrepocoragazzamoltomadre).
A metà dico OK e me ne vado a fare quello che mi è stato chiesto. Generalmente vengo richiamata e insultata, ma ultimamente sento dei grandi sospiri di rassegnazione. Probabilmente se non fossi RMPRMM  mi avrebbero già cacciata a calcioni nel famoso culo (famoso perché pare sia la cosa più bella del mio essere Giulia Bernini, mah, sarà, a me sembra uno scaldabagno di quelli bianchi, vecchi e brutti).

Insomma, io non ho tempo, tantomeno tempo da perdere. Lo so, è bruttissimo da dire, ma non è cattiveria. E’ solo la stronzaggine di cui prima. Le altre forse sono più brave, più diplomatiche e più carine. Io non ho più tempo di essere ANCHE tutte queste cose e me ne dispiaccio sinceramente. Io devo lavorare e mantenere un figlio e far si che sia felice anche se la nostra famiglia è “diversa” (ma poi cosa è la norma? direbbe la mia analista).

Io sono una stronza. Amen.

Etiquette à la "Plage"

Oh mamma mia, da dove iniziare?
Giuro, cercherò di essere pacata e il meno snob possibile, ma da sempre le domande che mi pongo sul genere umano in estate aumentano. Soprattutto al mare, in spiaggia.

Solite premesse, altrimenti mi accusano di essere una stronza anoressica: Io Giulia Bernini premetto che tutti possono andare al mare, che tutti possono mettersi in costume, che ognuno di noi ha diritto alle tre settimane di ferie al mare. Tutti.

Ma come in tutte le cose, c'e modo e modo. Stare in spiaggia e rilassarsi è un diritto di tutti, ovviamente! Però anche in questo caso (si veda blog sulla permanenza in treno) sarebbe molto apprezzato che voi non urlaste, non vi scofanaste il pranzo di natale, non lasciaste più resti plastici che si degraderanno tra eoni di anni, non sculettaste in faccia a tutti, ne’ se siete Miss Capannina 2011, ne’ se siete Miss Menesbattodellediete. Nell’ultimo caso è FORTEMENTE consigliato non sculettare troppo, per ovvi motivi di salute pubblica e decenza personale.
Già stare in costume è di per sè molto strano, figuriamoci con il tanga, il perizoma, il topless fisso se avete la settima di seno. ORRORE E RACCAPRICCIO.

La mia non è invidia (della settima), ma sano buon senso e un filino di buon gusto, che non guasta mai, fa chic e non impegna mai troppo.

Per quanto mi riguarda, perché io parlo solo di quanto mi riguarda, altrimenti il blog si chiamerebbe in un altro modo, no? Io sono una che ha delle tette come due nei e frequento sia spiagge pubbliche che stabilimenti balneari. Io NON faccio il topless negli stabilimenti balneari, non butto le tette (o quello che il Signore mi ha messo li dove tutte le donne hanno le tette) in faccia ai bambini e ai signori di una certa età paganti! Al massimo, nel pomeriggio, quando il PN dorme, scendo in spiaggia in orari solitari e abbasso i laccetti (e se proprio proprio sono sola al mondo zac abbasso il reggiseno, ma ripeto, a me non mi guarda nessuno, sembro una bambina scema che gioca a fare la grande quando ho il reggiseno, per cui…)

Discorso diverso se sono su una spiaggia pubblica, ma certo non mi tolgo il reggiseno mentre faccio le piste delle caaaaar o il castello con mio figlio. Un po’ di rispetto per gli altri, cribbio.

Stessa cosa dicasi per chi urla, sente musica a tutto volume, gioca a palla mettendo a rischio la vita di chi legge, per chi si butta in acqua correndo come un ossesso e facendo annegare qualche bambino appeso a innocenti paperelle …

Insomma, NON FATE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON VORRESTE FOSSE FATTO A VOI STESSI, DAI!

In treno

Sono una snob, si sa.
Sono una snob che viaggia spesso.
Sono una snob che viaggia spesso e in seconda classe, perché sono una snob easy going (forse dovrei rivedere questa mia ultima posizione).
Viaggio in seconda classe anche per lavoro, perché mi ostino a voler sanare il debito nazionale da sola, facendo risparmiare le mie casse e quelle delle aziende per cui lavoro.

Credevo di essere tutto questo.

E’ che forse sto invecchiando e male, ma io non sopporto più avere a che fare con la maggior parte delle persone, soprattutto quelle che incontro in treno o in pullman, quindi probabilmente inventerò una nuova classe, la classe per rospe, a meta tra la prima e la seconda, vicino al  bar, possibilmente, perché è proprio in treno che sempre più spesso mi ricordo che non mi nutro da giorni, e accanto a un bagno FUNZIONANTE perché io sono una che ha a cuore i propri reni e bevo almeno due litri di acqua al giorno.

Innanzitutto in viaggio non sono simpatica nemmeno un centesimo di quello che sono normalmente. Non che io mi senta simpatica, anzi, sono simpatica come un calzino usato buttato sulla faccia. Ma in treno sono odiosissima. Diciamo che non tolgo gli occhiali da sole e le cuffie nemmeno per andare in bagno. Ma perlomeno sto zitta, non attacco bottone, cerco di non parlare troppo al telefono e se proprio proprio qualcuno mi scartavetra i testicoli (francesismo, scusate, non riesco a farne a meno) via cavo cerco di gestire il tutto con il tono di voce più basso possibile.
Per me il treno è un " comodo" (ahahahahh) mezzo per spostarmi il più velocemente possibile non appena posso fare a meno dell'aereo o dell'auto aziendale.
Non ho nessuna voglia di fare amicizia, di cuccare, di attaccare bottone, di scambiare ricette, rimedi per dimenticare un ex malmostoso, o stratagemmi per convincere mio figlio ad andare all'asilo senza piangere. Anche perché pago un'analista per dimenticare i miei ex nel più rapido modo possibile e mio figlio, Dio l’abbia sempre in gloria, va a scuola molto volentieri per cui non ho questo problema. Almeno questo non ce l’ho, ne ho altri.
Se incontro qualcuno che conosco lo saluto con la mano, ma non mi fermo mezz’ora in mezzo al corridoio a tediarlo o a tediare chi siede accanto a lui, perché do per scontato che abbia avuto una settimana di cacca come me per cui opto per lasciarlo in pace.

Anzi il treno nella maggior parte dei casi è un ottimo momento per riflettere e per gettare le basi della settimana (lavorativa e non) che ho di fronte.

Detto questo, non condanno chi fa amicizia e chi si innamora in treno. Beati voi, se siete in questo stato d'animo! Io spesso voglio ammazzare qualcuno (come ieri) o riposarmi perché sono in difetto di ore di sonno dal liceo, a occhio e croce.

Però vi chiederei, anacronisticamente, in questa era di social network imperanti: vi prego, vi invito alla massima discrezione! Devo già sopportare un abuso di comunicazioni nella mia vita, non me ne frega a una beata mazza di quello che avete fatto ieri, dell’ultima riunione, dell’ultima trombata. Fatele, le trombate, ma per favore, non le imponete a me. Sono acida, lo so, ma il mio cervello riceve una marea di informazioni e ne trattiene pochissime. Per favore, evitiamo quelle in eccesso! E il volume, per favore, il volume, santo cielo. Ma non avete avuto una zia zitella come me (nel doppio senso di come ho avuto io e di come diventerò presto) che vi ha insegnato anzi imposto l'educazione, quella sana pila di regole dette di buona creanza???

E i panini, il cibo, il bere, il caffè.... MODERAZIONE... Per favore non mangiatemi i fagioli all'uccelletta davanti! Aborro. Siamo in treno, non alla sagra dello gnocco fritto.

Dividiamo poi i viaggi in solitaria dai viaggi con il PN, che meritano una menzione a parte.

In solitaria dormo, leggo, lavoro, sistemo l'agenda, il tutto senza proferire verbo. Se ricevo una telefonata premetto che sono al telefono e che posso ascoltare ma che risponderò a monosillabi per ovvi motivi di privacy mia, di educazione e di rispetto nei confronti dei miei sventurati compagni di viaggio.
Sventurati, certi, un cippa lippa. Di loro so tutto, urlano la qualunque, fanno domande, ammiccano, chiedono info sui miei moderni mezzi tecnologici. Quando scendono mi sento felice come una ex moglie davanti al tribunale che ha sancito il divorzio.

Quando sono con mio figlio, generalmente sulla tratta Milano Firenze in treno, o Milano Siena in pullman, non ho tempo assolutamente per leggere, lavorare, parlare al telefono. La sopravvivenza mia e degli astanti ha la priorità. Chiedo scusa a tutti a prescindere, per il solo fatto che Lorenzo respiri. Poi tutto il mio io è attento al fatto che Lorenzo stia seduto, composto, che non urli (soprattutto che non urli “Mamma mi scappa la cacca” come ha fatto l’'unica volta che non trovando posto in seconda sono stata costretta a un viaggio coi fortunelli della prima classe), che non attraventi le macchinine per tutta la carrozza, che non esiga di guidare il treno, che non faccia sedile-bagno-sedile-bar-sedile-bagno-sedile-bar più di due o tre volte a tratta (e poi mi si chiede perché ca**o sono magra).


Insomma mi faccio un culo tanto solo per evitare di leggere un labiale altrui che fa: “guarda quella peste di bambino e guarda la madre, totalmente sopraffatta dagli eventi”

Perché non me ne sbatto di quello che pensano gli altri? Perché ancora con la mia analista non sono arrivata a quel capitolo li. Cioè, di me come Giulia Bernini potete pensare quello che vi pare, me ne frego allegramente, ma di me come mamma e di mio figlio NO.

Voglio che pensiate il meglio, sempre.

Detto questo, in treno cerco di essere buona e tollerante con i bambini piccoli (max 5 anni) perché li conosco bene e so che si rompono le palle a stare seduti e che rompono le palle agli astanti, però anche voi genitori un pochino applicatevi, ecchecacchio!

Invece per quelli in treno senza figli tolleranza zero, al solito.

Dalla vostra rospina, la figlia dellaRospa
LaGiulina

LaRospa è in pensione

LaRospa mi è andata in pensione e mi si sono aperte enormi prospettive di vita sociale!

Traduzione: mia mamma è andata in pensione dopo tanti anni di onorata carriera (era una ginecologa barra sessuologa) e ora vorrebbe passare più tempo con mio figlio, che normalmente abita a Milano, portandolo al mare, dove abbiamo una fantastica casa isolata sul cucuzzolo di una collina, isolata dal mondo, a km zero dalla pace.

Evvaiiii!

Mi spiego meglio: adoro mia mamma e la chiamo LaRospa solo perché ogni tanti mi risponde male. Adoro anche mio figlio e senza di lui sto veramente male, mi manca una parte fondamentale di me, pero' mi rendo anche conto che ogni tanto una mamma ha bisogno di essere solamente una donna, staccare per un po' la testa e fare le cose di sempre (lavoro di ufficio, lavoro di casa) con più rilassatezza rispetto a quando deve anche controllare che suo figlio non si spacchi la testa o ingurgiti gli integratori al posto suo o si ficchi un lego nel naso!

Non che io non pensi a mio figlio h24 quando lo tiene la nonna, anzi, ma e' un pensiero più dolce e nostalgico, rispetto quando sto sempre sulle spine come quando lo hai per casa, non so se rendo l'idea...
Non solo, mi fido ciecamente di mia mamma, e so che con lei e con Nonno Eppe il PN e' al sicuro.

Anche quando Lorenzo e' in trasferta dal mio babbo e dalla sua compagna Laura mi sento stra sicura, pero' e' meno abituato alla loro compagnia e allora sto in ansia tutto il tempo, sperando che si comporti bene e che non lo riprendano troppo. Io e mio figlio abbiamo delle regole a casa e io sto molto attenta che lui le rispetti... Sono pero' una mamma un po' atipica e sicuramente le regole che faccio rispettare io non sono le stesse osservate a casa dei miei. Si cambia, si cresce e si impongono paletti diversi ai figli.

I miei genitori però mi hanno cresciuto in modo onesto, corretto, a tratti rigido e non mi dispiace affatto che facciano lo stesso con il PN! Le differenze non sono poi molte. Io sono forse più una mamma di contenuto, piuttosto che di forma!

Tornando a bomba al mio essere depennizzata, trovo salutare, fisiologico e giusto che anche gli attori di una grande storia d'amore come quella mia e di mio figlio, si separino per qualche giorno. Quando si rivedranno sarà sicuramente più bello stare insieme. Nel mio caso sarò riposata, piena di energia e, cosa più importante, quando una madre sa di essere realizzata anche come donna, sia nella sfera sentimentale, che in quella personale, è sicuramente una mamma più felice, più allegra, più giocosa, anche se stanca morta.

Quindi in summa: Lorenzo è al mare e io posso uscire. Peccato che non mi caghi mai nessuno. Forse la mia asocialità e il mio dedicarmi solo al lavoro e a mio figlio mi ha allontanato dalla vita pubblica.

Me ne farò una ragione, disse quella stravaccandosi sul divano dopo cena, spengendo iPhone, iPad e Blackberry.

martedì 5 luglio 2011

Ufffffffffffaaaaaaa

Ma perché non fai teatro
Sei buffa come un culo
Sei troppo simpatica
Sei ganza
Ma come sei alta
Che bei capelli
Ma quanto chiacchieri
Ma quante cose fai
Ma quando mangi
Ma quanto mangi
Ma ti alleni spesso
Ma tuo figlio è vegetariano come te
Ma perché non sei sposata
Ma perché una come te e sola
Ma tu non ti rilassi mai
Ma dove la trovi tutta questa energia
Ma quanto stai davanti allo specchio
Ma perché hai sempre questa valigia enorme

Ma io tutte queste cose a voi le chiedo...?

Io vi dico per caso:


Scusa, non fare mai teatro perché faresti cagare
Scusa, ma quanto cazzo sei bassa
Scusa, ma quanto cazzo mangi, sei un bove
Scusa, ma ti alleni ? No, vero? Si vede!
Scusa, ma a tuo figlio cosa dai da mangiare
Sai che sei antipatica come un calzino usato
Ma come fai a concentrare tanti vestiti di merda in quella valigia  così piccola?
Ma quanto stai davanti allo specchio? Poco, mi sa
Scusa ma tu chiacchieri poco perché sai di essere insulsa

Il concetto è: ok, io sono ANCHE tutto quello che avete detto, per carità di Dio! Ma chi vi da il diritto di chiedermi SEMPRE tutte quelle cose? Ma io a voi vi spacco i maroni con delle domande così inutili?

Ok sono buffa
Ok parlo tanto
Ok sono alta
Ok sono pittoresca
Ok faccio ironia di continuo
Ok sono vegetariana
Ok sto ore davanti allo specchio
Ok una delle mie preoccupazioni è essere anche carina e ben vestita
Ok potrei fare teatro

Ma a voi che ca**o ve ne frega? Io non sono un personaggio pubblico che deve (deve?) spiegazioni

Ma siete buffe sapete???
Io sono solo me stessa, sempre, e se questa me stessa è diversa da voi perchè devo dare spiegazioni?

Gabrielle Chanel in arte Coco: una donna, un esempio per tutte

Il mio lavoro prevede che frequenti ambienti di lusso, generalmente popolati da persone che lavorano nel lusso, che non sempre sono persone “di lusso”.

Io sono stata così fortunata o viziata (o forse banalmente brava), che mi posso permettere di lavorare solamente con le persone che dico io, quelle che nel lavoro mettono in primis la professionalità, ma non solo: il cuore, l'anima, il rispetto, la correttezza, la gentilezza, la preparazione.

Tra i tanti clienti che ho avuto, e che per fortuna ancora ho, c'e' Michele Corvo, presidente della società Corvo. Una delle persone più corrette, conosciute e rispettate del settore dell'Alta Orologeria, che distribuisce in Italia alcune marche di orologeria di nicchia tra le più belle e interessanti al mondo. Non lo dico perché di questi brand sono la pr, ma sono la pr di queste aziende proprio perché sono assolutamente meravigliose.

Tra le marche di orologi che Corvo rappresenta in Italia c'e anche CHANEL




Ho lasciato lo spazio necessario perché le ragazze che leggono il mio blog possano riprendersi.

Lavorare per Chanel vuol dire anche frequentare la sede Chanel di Parigi...
Capiamoci subito: di Chanel, a parte gli orologi che indosso e che ho acquistato per il mio lavoro, mi piacciono da morire i prodotti iconici creati da Gabrielle Chanel detta Coco. La borsa 2.55, i profumi, alcuni cosmetici, alcune scarpe, quelle più riconoscibile, i must have che ogni donna desidera possedere almeno una volta nella vita. Le collezioni più moderne mi toccano meno, mi colpiscono poco. Le rispetto, per carità, ma non esprimono il mio stile e la mia modalità espressiva.

Chanel però è un mondo fantastico! A partire da lei, Gabrielle Chanel, una donna nata nel 1883 che diceva, anzi gridava a tutta la Francia prima, poi a tutto il mondo, le stesse cose che noi ragazze sosteniamo con foga oggi, nel 2011. Peccato lei avesse il coraggio di dirlo nel 1900!

Una donna che indossava cravatte, che portava borse a tracolla, che si vestiva da uomo, che faceva sport, che si poteva abbronzare, che si tagliava i capelli, che portava scarpe basse, che ha fatto della semplicità e della comodità un must per ogni donna che al contempo sapeva anche essere femminile, elegante, seducente, senza quegli orpelli che a fine '800 le nostre ave erano costrette a indossare, come il corsetto, e le crinoline. Per carità, bellissime da vedere, ma scomodissime e strettissime, che presumevano che una donna non facesse una cippa lippa dalla mattina alla sera, a parte fare la bella bambolina che sposa l'aristocratico indicato dalla famiglia.

Roba brutta, ma una volta funzionava così ...e purtroppo in molte parti del mondo e' ancora così SE NON CI DIAMO UNA SVEGLIATA DONNE

Gabrielle Chanel non era una ricca snob viziata, ma come sapete tutti, era stata abbastanza sfigata da piccola. Segno evidente che il mio motto, volere è potere, funziona, e che chi tira fuori audacia, determinazione e una bella dose di grinta arriva, o perlomeno esce dalla merda!

Gabrielle aveva perso la mamma ed era stata abbandonata dal padre in un orfanotrofio. Non era certa ricca, anzi, ma amava osservare tutto, era curiosa come una scimmia e aveva un'ambizione su tutte: essere libera, indipendente e creare oggetti che usava prima persona e che sono poi diventati delle icone di stile. Alla base di tutto: la perfezione. Coco Chanel non mollava. Tutto doveva essere assolutamente perfetto. (mi ricorda qualcuno)

Non mi dilungo sulla vita di Coco, che tutte conoscete, vorrei solo sottolineare che spesso dietro un brand del lusso, magari avversato dai più (che, banalmente, non lo conoscono) esiste una storia di dolore e poi successo, di rivincita dopo la difficoltà, di gratificazione, di studio, di applicazione, di ricerca. La storia di una donna che era un mito e che è diventata mitica, un esempio per tutte noi. Chanel aveva anche un gran cuore: forse non tutti sanno che i proventi di una sua esposizione dopo il 1929 andarono tutti alle vedove che avevano perso il marito suicida dopo la grande depressione.

Chi lavora per Chanel è impregnato della marca, ma non a caso sono quasi tutte donne e ci sarà un perché: immagino che ci sia un'enorme soddisfazione a lavorare per un'azienda creata da una piccola donna superbrava che ha cambiato il corso, se non della storia, della moda e della femminilità.


Mediate donne meditate!
LaGiulina, la vostra inviata a Parigi

Ps: sull'aereo che mi riportava a Milano la hostess mi guarda con insistenza. La guardo scocciata per spiegare che sto digitando sull'ipad in modalità aereo e quindi senza rete, ma lei mi interrompe e mi dice: Tranquilla, la sto solo guardando perché indossa un orologio divino!
E io: C'est Chanel, il s'appel Premiére.... E lei: j'adore
Ahhh Chanel ti amo

mercoledì 29 giugno 2011

Paturnie

300 giorni all’anno mi piaccio. Mi piaccio nei limiti del possibile, è ovvio, mica mi presento al concorso di Miss Italia nel mondo! Però capisco che c’è di peggio.

300 giorni all’anno mi piace anche la mia vita. Ok, probabilmente c’è di meglio, ma c’è anche mooooolto di peggio.

Ma rimangono 65 giorni di paturnie. Della serie "non so cosa ho, ma ho qualcosa".

Tipo:

Uffa, non ce la faccio
Che palle
Ho fame
Non mi va niente, ho lo stomaco chiuso
Che giornata di merda
Bah, dai, tutto sommato ci dormo sopra, poi mi passa
Piangerei...
Ma va, che non ho il mascara waterproof !
Mi sta bene questo vestito? Mi pare di essere mille chili di più
Oggi sono una frana.
Mi va di sentire musica rock...
No, mi sento nostalgica, mi sparo i canti gregoriani !
Partirei...
Ma che ca**o dico, se non mi alzerei nemmeno dal letto, dove voglio andare?
Non vedo l’ora di stare con il mio amorino piccolo
Che stress, mi servirebbe una vacanza da sola, lontana da tutti
No, io senza mio figlio non vado nemmeno al bagno
Si, certo, però bella la vita quando ero single (da leggere “senza figlio”)
Non vedo l’ora di essere in palestra
No, oggi sono troppo giù per andare per allenarmi
Vestita così faccio cagare
Ma se si girano tutti! Si, ma dalla parte opposta
No, io questo lavoro non lo reggo più !!!
Ma dove lo ritrovo poi un lavoro così figo ???

Insomma, non so voi, ma io una volta ogni tanto mi sento una merda. Oddio, 10 anni orsono, quindi 10 anni in meno di analisi, mi sentivo una merda 30 giorni al mese, con una punta di tolleranza verso me stessa una volta ogni tanto.

Ora va moooolto meglio.

In quelle 65 giornate di lenta agonia valuto diverse possibilità di fuga dalla mia vita:

  • Comprare una borsa nuova
  • Comprare un paio di scarpe
  • Comprare un anello
  • Comprare una borsa, un paio di scarpe, un anello
  • Ma che so scema, e i soldi dove li trovo?
  • Sposare il direttore della mia banca
  • Sposare un miliardario
  • Sposare uno che mi ascolti quando piango
  • Ma che so scema? E chi li sopporta l’omini?
  • Scappare dopo aver scritto al telefono azzurro per chiedere scusa per abbandono di minore
  • Scappare dopo aver scritto all’ENPA per chiedere scusa per abbandono di gatte obese (ops, diversamente magre)
  • Scappare dopo aver contattato “Chi l’ha visto” chiedendo che non rompano le palle
  • Scappare con mio figlio senza lasciare traccia
  • Ok, scappare con mio figlio e la tata
  • Ca**o si fa difficile, se mi devo portare tutti dietro rimango qui
  • Aprire un negozio di fiori secchi
  • ma che so scema, li odi
  • Tornare a Siena a vivere dalla mi mamma
  • ma che so scema? Quella mi massacra di rotture di testicoli
  • Tornare a Siena a vivere dal mi babbo
  • ma che so scema? Quello mi massacra di rotture di testicoli
  • Andare in vacanza
  • Si, ma con chi e con quali soldi?
  • ma che so scema?
  • Raddoppiare l’analisi
  • Smettere l’analisi
  • ma che so scema?
  • Trombare di più
  • Non trombare più
  • si bonanotte, poi fatti suora e non se ne parla più
  • Richiamare tutti gli ex e chiedere “perché ca**o siete ex?”
  • ma che so scema? Baciati i gomiti e vai avanti
  • Mangiare 5 chili di gelato
  • ma che sei scema? L’unica cosa bella che hai è il fisico
  • Mangiare 5 chili di pizza
  • ma che sei scema? Ti vuoi tutta ciccia e brufoli?
  • Ubriacarsi
  • Ma che sei scema? Sei astemia
  • Ubriacarsi di chinotto
  • ma sei idiota, ti sembra una soluzione?
  • Mangiare schifezze della Lidl fino a scoppiare?
  • ti commenti da sola, cretina

Alla fine, resa esausta da tanto malessere, provata da tanto male di vivere, chiamo laRospa (la mia mamma, ginecologa ora in pensione) che regolarmente mi chiede: “Ma c’hai le mestruazioni?” – “Si perché? che c’entra scusa?” – “Cazzo Giulia – siamo tutte delle principesse in famiglia - lo sai che con le mestruazioni un ti si regge !!! So anni che te lo dico. Richiamami quando so finite, vai.”

martedì 28 giugno 2011

Orrore&Raccapriccio

Lungi da me ergermi ad Arbiter Elegantiarum (mi disegnano così, ma non sono cattiva), ma in giro si vedono delle cose che mi fanno rabbrividire ed esclamare il mio ormai noto (e forse da brevettare) "orrore e raccapriccio" con una frequenza tale che sembra sia in loop nel mio cervello.

Alcune premesse sono fondamentali:

Non mi reputo una figa, anzi! Chi mi conosce bene sa che sono cintura nera di complessi. Però il ho buon gusto di vestirmi quasi sempre di scuro, di coprire i difetti (e ce ne sono, fidatevi) e di mettere in risalto le cose passabili, e non è poco.

Non vado in giro a squadrare le persone, ma ho il complesso dell'estetista: vedo le persone e le voglio migliorare, a partire dalla sottoscritta.

Non passeggio come un appendino di abiti firmati, anzi, sono la regina di Zara, dei mercatini e dei negozietti piccoli e alternativi.

Non credo che per avere buon gusto e vestirsi dignitosamente sia necessario essere multimilionari ! Coco Chanel diceva che il lusso è il contrario della volgarità, non della povertà.

Non giudico MAI (ok, quasi mai) una persona dalle apparenze, ma, come amo dire, se tu mi provochi visivamente, io reagisco!

Io credo, filosoficamente, che ognuno di noi sia, consapevolmente o meno, come una tela bianca di un quadro, e poi decida, giorno per giorno, di diventare l'opera d'arte di sé stesso. Nessuno ci obbliga a essere griffati, o superfighi, ma ricordiamoci sempre che il nostro modo di presentarci e apparire manda un messaggio, che lo si voglia o meno.

Ciò detto:

Valutate bene l'ora e il luogo: non a caso si dice “fuori luogo” di una persona che ha esagerato con il look in un modo o l’altro. Nel dubbio, comunque, less is more, mi raccomando!

Non siate ridicole e, ammesso che non siate costrette per problemi logistici, non andate vestite da sera ad accompagnare vostro figlio a scuola o al parco. Dovete giocare, non sfilare (e anche se siete zitelle come me e al parco avete puntato qualche bel divorziato, non è con il tacco 12 che lo conquisterete, piuttosto scegliete un paio di jeans che vi doni, una scarpa che non vi mortifichi e truccatevi con il vecchio motto: c’è ma non si vede! Andate al parco, non a ballare sul cubo, per cui niente glitter, per favore !!!

Evitate come la peste l’utilizzo immotivato della tuta di cotone (quella in acetato è vietata anche se siete rimaste da sole sulla faccia della terra, Dio vi vede dall’alto e se non ci credete, ci sarà sempre qualche pettegola sopravvissuta che vi sputtana nelle vita successiva!!!). La tuta si indossa in palestra e/o in casa, ma solamente se non dovete ricevere nessuno!

Non indossate i tacchi se non sapete camminarci e se sembrate la De Filippi che balla.

Non vi vestite attillate se dovete perdere 5 chili sulla pancia (anzi, fosse per me, attillate MAI dopo i 30)

Guardatevi dagli accessori fuori stagione tipo stivale in estate o infradito in inverno.
Capitolo infradito: vi prego parliamone un attimo. Quelle in pelle ok, ma quelle di plastica, DIO SIA BENEDETTO, indossatele solo al mare o sotto la doccia, grazie! Ma vi sembrano belle? Onestamente, il vostro piedino pittato la dentro (la fuori) vi piace? Boh… non vi capirò mai.

Non vi truccate come una macchina rubata alle 8 di mattino (e ve lo dice una che struccata non va nemmeno in cantina!!!)

Non vi riempite di gioielli come una statua votiva della Madonna: l'etichetta vorrebbe che si indossassero solamente due anelli, come dice il nome, sul dito anulare. Per favore, tutti quegli anelli sul pollice e sull'indice lasciamoli alle ragazze dei centri sociali (max rispetto, ma un po’ di coerenza nella vita non guasta: se siete una figlia dei fiori ok, se sedete in un consiglio di amministrazione opterei per un ingioiellamento un filino più sobrio.

Poi orecchini O collana, decidetevi, oppure entrambi in pendant ma SOBRI. Un braccialetto, max due dello stesso tipo, un orologio. BASTA: di più è troppo, il resto è noia. Non vi conciate come foste appartenenti a chissà quale tribù africana, perché non ci crede nessuno. Io no, perlomeno.

Digressione personale: tendenzialmente io abbino gli accessori con gli abiti in modo tale da rispettare un certo look, da essere coerente, ma non voglio esagerare, io non faccio testo. Sono oltre la moda. Sono nella fissazione. Se sono vestita classica non metto un monile africano, e, se sono in jeans, magari lascio un po’ di diamantame a casa e opto per l’argento, che è più casual, magari con un filo di perle. Se già sono vestita da nonna Abelarda evito le perle, altrimenti faccio tanto pubblicità del dado Star. Io sto attenta anche al tipo di materiale, cercando di non mescolare mai i colori dell'oro (indosso oro rosa o oro bianco, il giallo MAI, lo detesto).

Ma sono un filino vecchia. Noiosa, talvolta. Quindi non faccio testo.

Fate attenzione al colore e alla coerenza scarpe/borsa. Non fate paciughi, bitte! Fino a poco tempo fa abbinavo il colore delle scarpe con quello della borsa e delle cinture... Ultimamente ho ceduto perché mi davano della giurassica e la cosa si stava facendo insolente… ora oso addirittura essere vestita di un colore (massimo due) con scarpe nere e borsa vistosa! Attenzione, laGiulina è anche innovazione!

Ricordate, nel limite del possibile, che siete delle signore, e non una maschera di Arlecchino a Carnevale! Vestitevi di un colore, massimo due, vi prego, non vi buttate dentro l'armadio uscendone come dalla centrifuga della lavatrice, gli anni ’70 sono finiti!

E per favore !!! Ci sono delle regole precise per selezionare il tipo di scarpa: con gli abiti lunghi estivi (non intendo quelli da sera, intendo gli abiti di cotone e/o lino per andare in spiaggia) non sparate il tacco 12 o gli stivali, il buon gusto suggerirebbe il sandalo basso o le ballerine.

Con le minigonne gli ugg fateli mettere solo alle modelle.

Con i pantaloni a sigaretta attente ai tacchi, non tutti i modelli si sposano bene.

Con i pantaloni palazzo occhio alle ballerine.

Lasciate le minigonne alle giovanissime e, se ritenete di poterle indossare anche over 40, analizzate bene le vostre estremità inferiori e fatevi la ceretta!!! Sembra che io dica banalità, ma là fuori è una giungla e io non voglio passare per Cita, bensì per Jane!

Fate attenzione anche alle dimensioni della borsa: non si va a una serata di gala con una borsa da giorno (leggi quelle robe enormi che vanno tanto di moda, che io adoro e che sono perfette per le mamme come me, che escono di casa alle 8 facendovi ritorno alle 20, dopo la palestra).
Per lo stesso motivo e' schiocchino andare via un we con una clutch di Balenciaga e stop...

Ecco direi di collegare bene i neuroni del cervello prima di prepararsi per la giornata. Magari non è necessario fare un foglio excel come la sottoscritta, ma un minimo di organizzazione e di lungimiranza non guasta mai!

Riflettete poi sull'immagine che volete mandare con le vostre mani e, in estate, con i vostri piedi. Non dico che dobbiate per forza avere lo smalto Rouge Noir o le ultime novità Khaki di Chanel (che a me fa kakare davvero), però evitiamo di andare in giro come se fossimo ancora alle medie, con lo smalto fluo orrore o, addirittura, con le unghie non tagliate e NON PULITE!!! Non è necessario lavorare nel mondo del lusso per capire che se si indossano i sandali le unghie dei piedi devono essere curate! E non dico di correre dall'onicotecnica ogni lunedì, curatele da sole! La scusa che non avete tempo non vale. Il tempo per la cura di sè stesse va sempre trovato, e le giustificazioni non sono più permesse.

Medicate, donne, meditate!

Insomma ragazze (perché noi siamo ragazze fino ai 90, lo sapete?) non e' fondamentale essere  mannequin vestite di tutto punto o scimmiottare Jacqueline Kennedy sulla piazzetta di Capri, basta un filino di buon senso unito non tanto al buon gusto (che sarebbe tuttavia raccomandabile), ma alla consapevolezza di ciò che siete e di quale messaggio volete mandare.

Mi offro per consulti online.

Sono o non sono la vostra pr - ps preferita? ( pr personal shopper)

Alla prossima, LaGiulina

domenica 26 giugno 2011

Idiosincrasie

... eravamo rimasti al fatto che ho un carattere di merda. E nelle ultime 24 ore non è cambiato niente e niente cambierà.

Posso solo peggiorare.

Come tanti di noi, ma più della media, ho delle idiosincrasie. Che elencherò solamente con lo scopo di farvi ridere di me, di voi. Ma non ho la presunzione (ne' sinceramente mi interessa) che voi mi capiate. Però capirete come si vive male, ogni tanto, essendo Giulia Bernini. Non ho nemmeno la presunzione di lavorarci sopra, alle mie idiosincrasie. Me le tengo. Tra noi esiste un rapporto di amore e, appunto, odio.

·        odio chi fuma
·        odio chi mi fuma davanti
·        odio essere contraddetta
·        odio essere interrotta
·        odio gli stupidi e chi mi fa le domande stupide (una delle quali è, per esempio: tu sei vegetariana, e tuo figlio? Vorrei rispondere: lo lascio morire vegano, ma mi trattengo perché temo che non capirebbero l’ironia)
e a questo proposito
·        odio la carne e chi me la mangia davanti
·        odio chi non sa essere ironico
·        odio chi non capisce la mia ironia
·        odio gli ubriaconi, soprattutto se mi ci ritrovo fidanzata
·        odio le telefonate in genere
·        odio ancora di più quelle in orari da cafoni
·        odio i cafoni e i poco seri sul lavoro
·        odio chi ha la presunzione di farmi cambiare idea
·        odio chi sostiene che sono di sinistra
·        odo chi continua a fare distinzione tra destra e sinistra
·        odio chi sostiene che fare volontariato sia di sinistra e che quindi è assurdo che lo faccia io
·        odio le mamme stupide
·        odio i padri assenti
·        odio i fidanzati gelosi
·        odio chi ha la fiatella
·        odio gli estremismi e gli estremisti
·        odio il dialetto romano (perderò un paio dei miei 25 lettori di manzoniana memoria ma me ne frego)
·        odio chi non risponde agli sms di lavoro e non
·        odio chi mi inviata a pranzo e a cena  e poi non si ricorda di disdire
·        odio chi va subito al dunque
·        odio chi non mi rispetta
·        odio chi mi parla mentre scrivo mail
·        odio chi mi parla mentre faccio calcoli
·        odio chi mi apostrofa con rozzezza per la strada
·        odio le persone volgari
·        odio le persone viscide (ma non tu, Antonio)
·        odio le persone false e ipocrite
·        odio i primi della classe con atteggiamento da primi della classe
·        odio i tuttologi
·        odio i maschilisti
·        odio le femministe
·        odio chi sostiene che sono una privilegiata perché ho una tata
·        odio chi non si mette mai nei miei panni (per esempio quando sparano cazzate sul privilegio di avere una tata)
·        odio chi la mattina mi dice BUONGIORNO con la chiara allusione al fatto che non sono proprio mattiniera
·        odio chi non tiene a mente che sono una consulente esterna
·        odio chi mi assume come pr e mi chiede di assistere alle riunione del condominio
·        odio chi non capisce cosa mi compete o no
·        odio chi si veste di merda (diciamolo)
·        odio chi si veste di merda e fa battute su come mi vesto io
·        odio le donne invidiose
·        odio ancora di più gli uomini invidiosi
·        odio che non rispetta i ruoli
·       
·        odio il fatto che potrei andare avanti per ore
·        odio essere Giulia Bernini (ma solo raramente)