martedì 7 aprile 2020

Povero Santo Subito una mazza


Dedicato a chi pensa “povero Santo Subito” in isolamento con quella pazza.

Allora dovete sapere che ho conosciuto Santo ad aprile 2018 alla Decathlon in piazza Cairoli a Milano. 

Il buongustaio mi vide alle prese con l’acquisto di una bici da uomo e sprezzante del pericolo marito mi offrì un caffè al bar. Va detto che io, da lontano, sembro proprio figa: bella, alta, algida, sfuggente, misteriosa, sempre di fretta, dinamica e di poche parole.

Da vicino, davanti a un caffè NO.

Gli attaccai subito un pippone metafisico sulla vita e lui dopo il caffè fuggì. Siccome sono abituata a piacere molto agli uomini, tanto da indurli alla fuga dopo 7 nano secondi, feci solo in tempo a lasciargli il mio numero. Poi salii sulla mia bici nuova da uomo e ciaone. 

Sapevo che non l’avrei mai più visto.

Era il 17 aprile 2018.

Il ragazzo sparì.

Ça va sans dire.

Si rifece vivo a metà giugno perché in tutto quello tsunami di parole a vanvera aveva capito solamente che da metà giugno avrei avuto meno cani, meno figli, meno incombenze e forse avrei avuto il tempo per un aperitivo.

All’incontro serale mi presentai con una delle Galline come chaperon e Santo ancora si chiede perché non si fidanzò con Martha e non con me. Credo sia stato per il marito di lei. Ma verificherò ancora e vi farò sapere.

Successivamente mi invitò a un concerto in piazza Castello dove io mi presentai direttamente dal lavoro con dei tacchi assurdi, uno dei quali si incastrò nel legno di una piattaforma e caddi portandomi dietro 4 file di seggioline.

Anche lì mi dissi: “Ho fatto la solita Giuliata, peccato perché questo mi sarebbe piaciuto”

Dopo questo, il temerario mi venne a trovare al mare ad agosto qualche giorno e per non farlo stare a casa con i miei perché non mi pareva il caso, prenotai per lui un romantico alberghetto a Cupra Alta, Borgo Marano, hotel Castello, con una vista mozzafiato sul mar Adriatico, un’alba e un tramonto che te li raccomando.

Ricordo ancora la prima mattina come fosse ieri: mentre Santo si preparava per una giornata al mare, io lo aspettavo al bar, a bere un caffè nella terrazza a sprofondo sul mare, al telefono con una amica alla quale dicevo: “Sono proprio oggi 12 anni che non mi permetto qualche giorno al mare senza figlio, senza cani, senza parenti. Sento che sarà una settimana bellissima, ho tante cose belle da far vedere a Paolino.”

In quell’istante arrivò la chiamata di Paolino. Salutai l’amica e presi la seconda chiamata:

“Giulia, scusa, puoi venire su in camera mia un attimo?”

“Cosa è successo?”

“Vieni su e te lo dico”

Ahi.

Te pareva se potevo essere io per una volta quella Granculo di Cenerentola?

Arrivata in camera, 5 piani sopra, trovai Paolino sofferente a letto che sillabando a fatica disse: “schiena bloccata. Molto male”

Ecco.

La mia prima settimana con Santo è stata in una pensione marchigiana, a strapiombo sul mare, con lui bloccato a letto, mia mamma che non avrebbe voluto conoscere nessuno dei miei fidanzati se non al matrimonio, che veniva a fargli le iniezioni e io incredula che leggevo un libro al giorno e asciugavo la sua fronte madida di sudore.

Alla fine della settimana riaccompagnai Santo a Milano perché aveva finito le vacanze e non poteva guidare. Tra me e me provavo un senso di mestizia pensando che non lo avrei più visto.

In realtà il ragazzo mi disse che aveva capito in quei 15 mq di camera che la felicità era stare tutto il giorno a letto con me accanto a leggere libri e a ridere come cretini per i video che gli facevo vedere fino a quando non urlava “basta basta non posso ridere, mi fa male tutto.”

E se quella era la cattività con me figuriamoci come sarebbe stata la vita vera.

E così sia, andate tutti in pace.


(Per la stesura di questo capitolo del mio libro non è stato ferito o ucciso nessun fidanzato, sia chiaro.)





















Sono veramente una brutta persona


Sono veramente una brutta persona.

Cioè, più che brutta persona, un essere mitologico proprio.

Un corpo stupendo sormontato da un’unica, enorme testa di cazzo. Così dice mia mamma.

Comunque sia, ho appena convinto mio figlio, da sempre allergico al sapone a farsi un bel bagno caldo.

Come?

Il ragazzo è convinto di essere molto malato perché ha fatto due starnuti. Modestamente l’ho convinto che tutti i Coronavirus, tutti tutti tutti, muoiono se ti immergi in una vasca piena di acqua bollente e sapone. Se fai anche lo shampoo muore anche il Covid20 che ancora non è stato lanciato.

Vedete che sono un animale mitologico? A tratti mitico.

Vado a fare pilates. A bientôt.