martedì 5 luglio 2011

Gabrielle Chanel in arte Coco: una donna, un esempio per tutte

Il mio lavoro prevede che frequenti ambienti di lusso, generalmente popolati da persone che lavorano nel lusso, che non sempre sono persone “di lusso”.

Io sono stata così fortunata o viziata (o forse banalmente brava), che mi posso permettere di lavorare solamente con le persone che dico io, quelle che nel lavoro mettono in primis la professionalità, ma non solo: il cuore, l'anima, il rispetto, la correttezza, la gentilezza, la preparazione.

Tra i tanti clienti che ho avuto, e che per fortuna ancora ho, c'e' Michele Corvo, presidente della società Corvo. Una delle persone più corrette, conosciute e rispettate del settore dell'Alta Orologeria, che distribuisce in Italia alcune marche di orologeria di nicchia tra le più belle e interessanti al mondo. Non lo dico perché di questi brand sono la pr, ma sono la pr di queste aziende proprio perché sono assolutamente meravigliose.

Tra le marche di orologi che Corvo rappresenta in Italia c'e anche CHANEL




Ho lasciato lo spazio necessario perché le ragazze che leggono il mio blog possano riprendersi.

Lavorare per Chanel vuol dire anche frequentare la sede Chanel di Parigi...
Capiamoci subito: di Chanel, a parte gli orologi che indosso e che ho acquistato per il mio lavoro, mi piacciono da morire i prodotti iconici creati da Gabrielle Chanel detta Coco. La borsa 2.55, i profumi, alcuni cosmetici, alcune scarpe, quelle più riconoscibile, i must have che ogni donna desidera possedere almeno una volta nella vita. Le collezioni più moderne mi toccano meno, mi colpiscono poco. Le rispetto, per carità, ma non esprimono il mio stile e la mia modalità espressiva.

Chanel però è un mondo fantastico! A partire da lei, Gabrielle Chanel, una donna nata nel 1883 che diceva, anzi gridava a tutta la Francia prima, poi a tutto il mondo, le stesse cose che noi ragazze sosteniamo con foga oggi, nel 2011. Peccato lei avesse il coraggio di dirlo nel 1900!

Una donna che indossava cravatte, che portava borse a tracolla, che si vestiva da uomo, che faceva sport, che si poteva abbronzare, che si tagliava i capelli, che portava scarpe basse, che ha fatto della semplicità e della comodità un must per ogni donna che al contempo sapeva anche essere femminile, elegante, seducente, senza quegli orpelli che a fine '800 le nostre ave erano costrette a indossare, come il corsetto, e le crinoline. Per carità, bellissime da vedere, ma scomodissime e strettissime, che presumevano che una donna non facesse una cippa lippa dalla mattina alla sera, a parte fare la bella bambolina che sposa l'aristocratico indicato dalla famiglia.

Roba brutta, ma una volta funzionava così ...e purtroppo in molte parti del mondo e' ancora così SE NON CI DIAMO UNA SVEGLIATA DONNE

Gabrielle Chanel non era una ricca snob viziata, ma come sapete tutti, era stata abbastanza sfigata da piccola. Segno evidente che il mio motto, volere è potere, funziona, e che chi tira fuori audacia, determinazione e una bella dose di grinta arriva, o perlomeno esce dalla merda!

Gabrielle aveva perso la mamma ed era stata abbandonata dal padre in un orfanotrofio. Non era certa ricca, anzi, ma amava osservare tutto, era curiosa come una scimmia e aveva un'ambizione su tutte: essere libera, indipendente e creare oggetti che usava prima persona e che sono poi diventati delle icone di stile. Alla base di tutto: la perfezione. Coco Chanel non mollava. Tutto doveva essere assolutamente perfetto. (mi ricorda qualcuno)

Non mi dilungo sulla vita di Coco, che tutte conoscete, vorrei solo sottolineare che spesso dietro un brand del lusso, magari avversato dai più (che, banalmente, non lo conoscono) esiste una storia di dolore e poi successo, di rivincita dopo la difficoltà, di gratificazione, di studio, di applicazione, di ricerca. La storia di una donna che era un mito e che è diventata mitica, un esempio per tutte noi. Chanel aveva anche un gran cuore: forse non tutti sanno che i proventi di una sua esposizione dopo il 1929 andarono tutti alle vedove che avevano perso il marito suicida dopo la grande depressione.

Chi lavora per Chanel è impregnato della marca, ma non a caso sono quasi tutte donne e ci sarà un perché: immagino che ci sia un'enorme soddisfazione a lavorare per un'azienda creata da una piccola donna superbrava che ha cambiato il corso, se non della storia, della moda e della femminilità.


Mediate donne meditate!
LaGiulina, la vostra inviata a Parigi

Ps: sull'aereo che mi riportava a Milano la hostess mi guarda con insistenza. La guardo scocciata per spiegare che sto digitando sull'ipad in modalità aereo e quindi senza rete, ma lei mi interrompe e mi dice: Tranquilla, la sto solo guardando perché indossa un orologio divino!
E io: C'est Chanel, il s'appel Premiére.... E lei: j'adore
Ahhh Chanel ti amo

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