mercoledì 5 ottobre 2011

In fiera

Con le fiere ho un rapporto di amore barra odio.

Odio, perché nella loro crudezza commerciale e consumistica (io espongo ed e' ovvio che voglio che tu guardi e compri - tu visiti e decidi se apprezzare quindi comprare il mio lavoro di mesi) sono volgarissime, da un punto di vista meramente artistico. Tutto e' ovviamente finalizzato alla vendita. Non ci sono scopi artistici, o sociali, o benèfici che tengano. Io lavoro tu compri io guadagno tu rivendi tu guadagni poi ritorni mi ricompri io riguadagno tu mi riacquisti poi rivendi poi guadagni... Insomma, una mostra d'arte e' altro. Ma bisogna pur mangiare, tutti i giorni, anche 4 volte, e dare da mangiare. Quindi vada per le fiere.

Poi c'e fiera e fiera, banalmente. Sicuramente quella del bullone mi attira molto, ma molto meno di Baselworld, che e' la fiera dell'orologeria più importante al mondo. Ed e' bellissima!

Amore, perché nonostante la repulsione e i giuramenti cone me stessa di cambiare lavoro, io le frequento da una vita: come espositore, come pr, come visitatrice, come organizzatrice... Insomma mi danno da mangiare da almeno 20 anni.

In fiera, se va tutto bene, si lavora come pazzi senza interruzioni. Anche se non ci sono visitatori allo stand non ci si allontana quasi mai: vivi nell'ansia che possa arrivare IL cliente o IL giornalista e che tu non sia li a fare la tua belle figura e a vendere, prodotti, o informazioni. Oppure che se ti distrai ti fottano qualcosa: la borsa, un oggetto esposto, il cliente stesso medesimo (le pr competitor che si prostituiscono in fiera sono numerosissime).

Ma se la fiera è moscia (termine tecnico) allora sono plurime le attività che uno/una può intraprendere!!

Puoi per esempio lamentarti tutto il tempo e guardare in continuazione l'orologio non vedendo l'ora di arrivare a casa per toglierti le maledette scarpe che hai scelto la mattina come un'idiota sperando di beccare (pivella).

Oppure puoi portarti delle ballerine di ricambio (consiglio quelle di Roger Vivier, checché ne dica il mio calzolaio, altre belle in giro, a mio parere, non ve ne sono) e utilizzare il tuo tempo per:

a) flirtare con i ragazzi dello stand accanto. Non porta a niente se non a una notte di sesso. Attività personalmente sconsigliata perché se non dormi bene le tue otto ore, il giorno dopo sei un cesso, lavori male e nessuno ti conferma per la fiera successiva

b) cercare nuovi clienti. Io lo faccio sempre ed è divertente e produttivo. Non dico mai a nessuno quale sia il mio ruolo, ma tengo i biglietti da visita e cerco di sembrare professionale e produttiva, perché nella vita non si sa mai. Senza prostituirsi e senza fottere i clienti alle altre. Se sei brava e fai bene il tuo lavoro, nessuna consulente della comunicazione di passaggio ti porterà via mai niente!

c) controllare lo stand dei competitor. Molto utile e interessante per imparare, crescere e migliorare (e se il competitor paga di più why not?). Scherzo.  A me non è mai successo perché professionalmente sono molto fedele (!!!) però ho visto persone lavorare per un'azienda e la fiera successiva per il nemico uhmmm qui gatta ci cova...

d) fare la lista della spesa

e) fare la lista dei regali di Natale dell'anno in corso

f) fare la lista delle priorità

g) scrivere quella mail che rimandi da troppo tempo, ormai con iPhone, blackberry, iPad non hai più scuse per non rispondere all'amica dell'università che ti ha scritto 3 settimane orsono

h) chiamare i nonni al telefono


i) scrivere un blog... Ops ...


;)

Buone fiere a tutti

Giulia

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