mercoledì 2 settembre 2015

Mancanze che tolgono il fiato

Quando una grande azienda che stimo e rispetto da sempre mi ha proposto quella che ritengo una grande occasione professionale quattro mesi lontana da casa sono andata al colloquio per ringraziare e declinare l'offerta. Non sapevo, però, che la persona che sedeva davanti a me e che sarebbe diventata il mio referente, è una donna (e sottolineo donna) di tale spessore e capacità come mai ho conosciuto prima. Sorpresa e stimolata da tanta fortuna ho sentito la mia voce dire:"Accetto". 

Mi è stato chiesto almeno quattro volte se mi sentissi di lasciare mio figlio a casa con i nonni e quattro volte ho risposto "ce la faccio".

E' chiaramente stato un enorme periodo di merda.

Un equilibrio personale sconvolto dalla grande occasione professionale che mi merito dopo 20 anni di esperienza sul campo (ma noi brave non siamo mai veramente certe di essere brave davvero) e da una mancanza totale di tutto il resto. 

Tutto il resto.

Sono arrivata a Porto Cervo con 4 scatoloni in cui ho cercato di raccogliere la mia vita e un iphone al quale sto attaccata come il malato terminale all'ossigeno.

Il mio Iphone è casa: è mio figlio che mi lascia messaggi vocali su viber, è mia mamma che mi manda foto del mio cane e dei miei gatti, sono i miei fratelli che fanno il tifo pe rme, sono gli sms e i messaggi dei miei amici che mi scrivono perchè sanno che sto male e non mi mollano un attimo. Non mi hanno lasciato sola MAI.

La mia estate di merda è fatta però da tante cose belle che sommate non si sotituiscono al dolore che ho provato, ma che lo hanno di sicuro alleviato alla grande.

L'estate 2015 mi ha mostrato un lato dei miei genitori (e dei loro compagni) che intuivo esserci e ora ne ho la prova: una grande famiglia allargata di persone che mi amano e che si sono fatti in mille per aiutarmi in questa nuova sfida professionale, curando mio figlio e i miei animali meglio di come avrei fatto io.

Un tessuto sociale di amici di Milano che si sono occupati della mia casa e delle mie amate piante.

Un tessuto sociale di amici in tutto il mondo che non mi ha lasciato sola un minuto, per non parlare di chi (grazie mille ancora con tutto il mio cuore) ha mosso il deretano per venire qui di persona, anche fosse per un abbraccio lungo quattro ore.

Grazie a tutti i miei amici di passaggio a Porto Cervo che si sono fermati in negozio anche fosse per pochi minuti. L'ho apprezzato tantissimo e ve ne sono grata. Non vedo l'ora di rivedervi a casa mia.
 
Grazie a tutti i nuovi amici di Porto Cervo e della Sardegna... non siete voi che non siete abbastanza, sono io che qui non mi sono mai veramente sentita a casa. Ma ho apprezzato tutto quello che avete fatto per me e sono sicura che rimarrete nel mio cuore per sempre.

Grazie anche a chi non ha potuto esserci. Vi ho sentito vicini lo stesso e vi voglio bene per tutte le telefonate e i messaggi che avete trovato il tempo di farmi ricevere.

Grazie anche a chi non ha voluto più esserci: la distanza e il tempo schiariscono la mente e rendono lucidi. Ora so bene con chi proseguire l'avventura della mia vita da ottobre in poi.

Grazie a chi con i dovuti modi e il rispetto che ha per me mi ha avvertito, con tatto e tenerezza, che sarei tornata a Milano trovando tre amici in meno. Il mio cuore sanguina ininterrottamente dal 29 luglio, ma lentamente il respiro torna alla normalità e mi rendo conto che comunque si sta parlando di vita, fatta anche di lontananze incolmabili ed eterne.

Grazie a te, piccolo Leo: la tua presenza del tutto casuale mi ha aiutato tantissimo e l'amore che hai per me rispecchia totalmente quello hai trovato e troverai nella mia piccola grande famiglia da questo maledetto agosto in poi. 

Grazie a me, che con una tempra che non sapevo di avere, mi sono alzata per quasi quattro mesi a fila e sono andata a lavorare ogni giorno che Dio ha messo in terra dal 21 maggio a oggi (con eccezioni che si contano sulle dita di una mano sola) con il cuore a pezzi, o colmo di gioia, arrabbiata, triste, infelice, inviperita, assonnata, affamata, accaldata, preoccupata, ansiosa, ma soprattutto determita ad arrivare, come promesso, al 20 settembre a testa alta, consapevole di avere dato il meglio di me.

Perchè anche se vendi gioielli, e non lavori in una miniera, è comunque una vita fatta di sacrifici e dedizione al lavoro, di attese, di burocrazia, di amministrazione, di scelte da prendere, di discussioni da sopportare, a Porto Cervo, come a Milano, come a Ginevra, come a New York o a Hong Kong.
Perchè se una è una professionista seria lo è dalle 7 della mattina alle 2 di notte: impeccabile, sorridente, calma, con il trucco perfetto e il capello pettinato, sul tacco 12 e un tubino nero, anche quando vorrebbe essere a casa a piangere tutte le sue lacrime, per un figlio che manca, per degli amici che non ci sono più, o per un amore che ti fa sanguinare il cuore.

Ma soprattutto grazie a te, piccolo Lorenzo, che ami ancora e perdoni questa mamma girellona che per farti avere una vita degna di tale nome si ammazza di lavoro a 700 km da te. Ogni promessa è un debito: mai più. Non avremo mai più un periodo lontano come questo, mai più amore mio. Il mio cuore non regge a tanta mancanza.

Grazie alla mia vita che mi ha dato tanto. E grazie anche alla Sardegna per avermi mostrato, tutto sommato, il lato migliore di me stessa.

Grazie

martedì 1 settembre 2015

Dell'amore.

Da anni la Regina delle Zitelle, cioè la sottoscritta, detta anche con affetto la Regina delle Stronze, viene interpellata da amici e amiche sulla questione amore.
Il perchè mi sfugge, dato che sono affidabile come un daltonico da Benetton, però questo è... 

Ieri, durante una giornata di mare con degli amici, ho raccolto così tante perle di saggezza mie medesime che mi è stato consigliato di scrivere un nuovo post, così per non perderle come sabbia tra le dita. 

Diciamo che l'amore, quello vero, è come il testo di Teorema di Marco Ferradini: fino a quando saremo tutti concentrati sulle prime due strofe evitiamo pure di parlare di amore, e concentriamoci sul sostantivo "cotta" o "frequentazione emotiva" tanto cara alla mia analista di una volta.

L'amore vero è quello della terza strofa, e fino a quando non saremo pronti di testa e di cuore è inutile perdere tempo l'uno con l'altra, perchè ci si fa tutti del gran male.

Una volta appurato che siamo persone mentalmente stabili e prive di "liquami tossici" (qui qualcuno riderà) allora si può abbandonare Ferradini e concentrarci su Fossati, sulla costruzione di un amore, passando da Leonard Cohen e Sergio Cammariere fino ad arrivare alle cure di Battiato.

Il resto è noia. Forse sesso, per coloro che sono interessati all'articolo.

La frase dell'estate 2015, che nel mio caso assomiglia a una brutta telenovela brasiliana dallo schermo giallognolo, è la seguente e va segnata da qualche parte perchè servirà ancora: la vita è piena di sfumature da cogliere con dovizia di particolari, ma l'amore, quello vero, è facile perchè è bianco o nero. O c'è o non c'è. 

Se c'è siamo solo alle fondamenta: va costruito tutto, mantenuto in vita e nutrito come una piantina sul balcone di casa.

Se non c'è, non ce lo metti, come si dice a Siena.

Il problema è che tutti, in amore, vediamo solo quello che vogliamo vedere. Non siamo obiettivi, non siamo razionali. Altrimenti non sarebbe amore, sarebbe un 740 da compilare.

L'amore è facile. 

Quando si ama ci siamo. Punto. Non contano più le distanze, le ripicche, le incertezze, gli ex, i follower, i fan, la fila fuori della porta di qualcuna che piace tanto ma alla fine è sempre sola. Quando si ama ci si fida, ci si butta a capofitto tra mille dubbi, mille paturnie, mille paure, certi di una sola cosa: io Giulia prendo te, Gino, in isposo, anche se non ti sposo davvero, e con te voglio stare tutta la vita. Non voglio necessariamente dormire con te tutte le notti, se non è possibile, ma voglio camminare nella stessa direzione, mano nella mano, con il telefono spento, e possibilmente parecchi cani al seguito.

Dove, non importa. Quando, me ne frego. Spero il prima possibile. Perchè se ti accorgi di amarmi che me ne sono andata è un gran casino.

Perchè quando amo davvero amo te e basta, e ti sono fedele, e mi faccio in mille per te, e ti aiuto e lotto contro tutti. Ma se mi fai andare via, questo mio immenso amore verrà trasformato in qualcosa d'altro, digerito, metabolizzato e investito su un altro progetto, che sia un nuovo lavoro o un nuovo compagno al mio fianco.

Ma se pensi di avere le farfalle nello stomaco, prima che diventino dinosauri, dimmelo. Prendimi per mano, fermami, dimmi che non devo più scappare perchè quella è una cosa che so fare, già vista e sinceramente noiosa.

L'amore è facile. C'è o non c'è. E se sei con lei, ma pensi a me, allora fatti una domanda e datti una risposta.
Perchè l'amore, quello vero, lo riconosci dal cazzotto nello stomaco che senti la mattina quando ti svegli con la persona sbagliata.

L'amore è chiedersi dove sia e come stia l'altro. L'amore è anche il coraggio di scegliersi tutti i giorni, costi quello che costi.

Lo sguardo deve essere vivivo, la testa sgombra da psicosi e ricatti, ci deve essere la capacità di intendere e volere. E la sincronia, perchè se io ti amo di martedì e tu ricambi di sabato abbiamo solo sprecato un enorme potenziale.

L'amore è facile e se non hai la testa piena di melma lo riconosci. Lo senti nella pancia, hai un pacman impazzito che ti risucchia da dentro. E non importa se la testa ti dice che va tutto bene, perchè quando sei con la persona sbagliata il vero amore urla e lo sentono tutti. Ma tu lo rifiuti perchè è complicato, perchè significa rischiare, mettersi in gioco, significa vivere e non sopravvivere.

Allora la mia domanda è: vuoi vivere o sopravvivere? Se sai rispondere a questo allora sai amare.
Basta avere coraggio.

Una che ama parecchio.

mercoledì 26 agosto 2015

Amicizia

Certa di sembrare non banale, bensì banalerrima, ammetto di aver riflettuto a lungo in questa estate lontana dagli affetti più cari e di essere giunta alla conclusione che la mia vita senza (in ordine):

me stessa
mio figlio
la mia famiglia
i miei amici
i miei animali
il mio lavoro 
Milano

non vale la pena di essere vissuta.

Mi metto al primo posto, perchè credo, molto egoisticamente, che se non si è felici e sani non si riesca a godere di niente, neppure dell'amore per il proprio figlio.

Appurato che sono sana come un pesce e che lavoro alla mia felicità da circa 44 anni, posso passare senza dubbio alla mia riflessione sull'amicizia, proprio in un'estate che, per ironia della sorte, di amici se ne è portata via ben tre. 

Due uomini e una donna che stimavo profondamente, che da interlocutori di lavoro sono diventati amici, veri, quelli che hanno sempre una risposta. Quelli che se dicono che richiamano richiamano davvero.

Mi soffermo in modo particolare sulla Patty, una delle mie amiche più care, una ragazza splendida che è stata mia collega per tanti anni, che mi è piaciuta da subito, che ha riempito di regali me e mio figlio, quelle cazzatine carine di Hello Kitty per me e di Batman per il PN che ci piacevano tanto e che lei si affannava a comprare per farci ridere. Lo ti chiamava ZiaAppy e tu hai chiesto di lui fino all'ultimo e io non lo dimenticherò mai.

Insieme abbiamo parlato tanto, tesoro mio: di uomini, di orologi, di borse, di scarpe, di noi, delle nostre mamme, dei babbi, di collagene, della tue amiche che non ho, purtroppo, mai conosciuto, delle mie che ti ho fatto conoscere e che ti piacevano tanto.

Mi hai tenuto Lorenzo quando lavoravo la notte, sei venuta da Spontini con noi, hai partecipato agli Schifezza Party da Mep, come lo chiamavano noi tre, hai tuittato, istagrammato, uozzappato e feisbokkato con me tantissimo, di giorno, di notte, siamo state sveglie insieme, ognuna nella propria casa, in preda all'insonnia più sciagurata e mi hai sfottuto così tanto per tutti quei cazzo di scatoloni che mi sono portata a Porto Cervo a maggio...

E ora mi lasci così, Patty, con un WA mai risposto, con una richiesta di venire a trovarti che non hai accettato, perchè io me lo sentivo, tesoro, e tu anche, che non ci saremmo riviste mai più.

Ma a me non sarebbe importato non vederti al 100% della forma, io bella ti ho visto sempre e così ti ricordo. Volevo solo abbracciarti forte forte e supplicarti di lottare ancora, per me, per Lorenzo, oltre che per i tuoi genitori e per tutti i milioni di amici che avevi. 

Raramente ho conosciuto una persona con tanti amici come te, Patty: ti conoscevano e amavano tutti, e ora non ci sei più io sono incazzata nera, perchè avevo tante cose da dirti, tante borse da andare a comprare con te, tante creme da provare insieme. Ora a chi farò quelle telefonate chilometriche dalle 19 alle 21 che iniziavano sempre con un "Pattiiiiiiii, non puoi capire cosa è successo..."?

Mi manchi Patty, la mia vita senza di te non è più la stessa. Ma so che ci sei e fai il tifo per me esattamente come prima. Ti ho sempre voluto bene e sempre te ne vorrò. Mi guardi dall'alto e mi mandi consigli utili, vedi tutto e saprai dirmi da chi scappare e a chi correre incontro.

Ho perso due amiche del cuore nella mia vita, Manola il 9 agosto 1982 e Patty il 9 agosto 2015. Ma ora siete i miei angeli personali. E chi m'ammazza?

LaGiulinaconilcuoreapezzi

giovedì 13 agosto 2015

Cose che non capirò mai.

E che mi fanno continuamente incazzare.

La vita è fatta di milioni di incontri.

Potendo, starei a casa sul divano a leggermi un libro, con due gatte appallottolate sulla testa, un figlio spalmato sopra la pancia e due cani accucciati sulle gambe. Così, impietrita in un momento che vorrei far diventare eterno, senza telefono che squilla, cene da cucinare, cani da pascolare, figlio da crescere, persone da intrattenere. Ma non si può.

E allora se proprio devo vedere delle persone, che almeno siano il più gradevoli possibile.
Invece no, alla Sagra del Salame succede di tutto, vedi di tutto, senti di tutto, sopporti di tutto, sia nel merdume di Porto Cervo che alla fiaccolata di Canicattì. La faranno una all'anno di fiaccolate a Canicattì, o no? 

Tanto ci siamo capiti.

Insomma tutto il mondo è paese. E scontate sono pure le robe che ti senti dire, che poi alla fine ripeti come un mantra, nella speranza che ti entrino in testa un bel giorno.

Quelle che mi toccano di più, e quelle che quindi mi fanno maggiormente diventare una iena sono le seguenti:
  • Non ti abbassare al loro livello
  • Dagli tempo
  • Fai la signora
  • Il tempo è gentiluomo
  • Chi vivrà vedrà

Per carità divina, tutto vero, ma che due enormi palle.

L'unica lezione che mi pare una persona come me, impetuosa, vulcanica, energica e dinamica, debba imparare, alla fine, è che hanno sempre ragione gli altri e tu devi solo ingoiare, stare zitta e aspettare che il tempo ti dia ragione. Ma se poi dopo sei decrepita e manco te ne accorgi che hai sempre avuto ragione a che cacchio serve?

Ti mancano di rispetto? Tu non devi alzare la voce perchè non sei come loro.
Ti tradiscono? Si vede che non ti meritano.
Hanno i loro tempi? Eh beh, ma tu vuoi tutto e subito.
Ti fanno arrabbiare ora? Porta pazienza, perchè il tempo darà ragione a te.

Ma dico, siete tutti monaci buddisti voi?
Non vi incazzate mai? Non vi viene mai da urlare come dei pazzi? Non vi sentite mai in gabbia? Non vi sembra mai che la vita vi sfugga tra le mani e voi non state facendo una beata mazza perchè siete li, ciondolanti, ad aspettare l'amico, il collega, il fidanzato di turno che hanno tempi diversi?

No, perchè a me capita da trilioni di anni.

Allora o sono sbagliata io, e ci sta, o vi drogate tutti, e anche parecchio. Ma allora ditelo, che cambiamo le regole del gioco e mi tranquillizzo anche io.

Vi piace vincere facile? Maledetti.

Una stanca stufa praticamente di tutto

domenica 9 agosto 2015

Agosto. Addii. Senza ritorno.

È iniziato tutto il 9 agosto 1982, quando qualcuno lassù ha deciso che dovevo fare a meno della mia migliore amica Manola e se l'è presa, lasciandomi a 12 anni con il vestito della festa a piangere su una lapide. 

Poi ci sono stati i nonni, uno via l'altro, in uno stillicidio continuo, dai bisnonni in poi. 

Poi ci sono stati gli amici, quelli che hanno deciso che la loro vita non era degna di essere vissuta e quelli che volevano vivere, ma qualcun altro ha deciso per loro. 

Poi ci sono stati gli animali che ho amato e che sono morti, come si sa che accade, ma fa sempre tanto male da morire. 

Poi ci siete voi due, ex amiche, che avete deciso di rifarvi una vita. Senza di me e senza una spiegazione che fosse quanto meno dettata dalla buona educazione. Amen.

Poi ci sono gli uomini che ho amato. Uno, a dire la verità, poi tutti gli altri che ho creduto di amare, ma erano solo un "twist in my sobriety", per dirla come una splendida Tanita Tikaram. 

Se ne sono sempre andati. Tutti. 
Sono, da sempre, la "non scelta", quella che si lascia per tornare dall'altra, una che forse non ti fa toccare il cielo con un dito, ma è più facile di me. 

Inutile che facciate dell'ironia sul perché ve ne andate. La farei anche io della facile ironia, se non tornaste tutti. Ma tornate sempre, dimostrando più a voi stessi che a me che quella sbagliata non sono io. 

Perché io sono troppo. Troppo tutto. In una parola, forse qualcuno vorrebbe che io mi definissi quella non adeguata. 

E invece no. Non ce la farete mai. Non vincerete voi.

Io sono quella che parla tanto, che ride tanto, quella che dona tanto, quella che si fa in quattro per voi, quella che capisce tutto e fa un passo indietro. Per lasciarvi andare dalle donne della vostra vita che non vi renderanno felici ma sono facili da gestire.

Quelle che "lei è così brutta che nessuno me la fregherà", per citare la frase dell'unico uomo che ho amato e che ha fatto un figlio con un'altra, mentre divideva la casa con me.

Io non piango, io non urlo, io butto giù merda da venti anni.
Poi però sempre da 20 anni assisto al vostro ritorno, con la coda tra le gambe, e vi consolo quando piangete perché "mi avete perso". 

Io non vi odio. Lasciandomi, spesso male e da codardi, mi avete reso invincibile. 

Solo una cosa può farmi male e qui non la scriverò. 

Voi andate, fate i vostri esperimenti di vita e tornate, con lo sguardo basso e le mani attorcinate, a dirmi che "hai sempre avuto ragione tu, Giulia".

Mia mamma mi ha sempre detto che le cose le sento prima. Sono una strega, una novella Cassandra dei poveri. Capisco dal tono della vostra voce che state per scegliere l'altra prima che lo abbiate capito voi. Oppure che state scegliendo la via più facile, perché io sono troppo, e poi sto a Milano, sono indipendente e poi sono troppo bella, chissà in quanti ci proveranno. Senza capire che io, nella varie fasi della mia vita, non volevo loro, gli altri, volevo proprio voi, che ora mi leggete e vi date dei coglioni, con le vostre storie malate, prevedibili e piccolo borghesi.

Ma questo è. Vi ho promesso libertà. Andate, siete liberi. Anche di non tornare. 

Metterò nel dimenticarvi la stessa disperazione ed energia che ho messo nell'accogliervi e al vostro ritorno troverete un pezzo di ghiaccio. Una donna che, per voi, è diventata irraggiungibile. Quindi fatevi un piacere: non tornate proprio, perché fareste solo un regalo al mio ego, già abbastanza ipertrofico. 

Perché non si può solo prendere, nella vita. Si deve anche dare. E voi avete preso preso preso e poi vi siete dati: alla fuga.

È facile scappare. Magari vi siete sentiti anche dei fighi. Ma i fighi veri rimangono e si fanno spezzare le vene delle mani dalla costruzione di un amore. 

Ecco sarebbe facile dirvi che vi odio. Forse ve lo aspettate anche, ma non avrete questa soddisfazione. Invece vi ringrazio tutti, uno per uno, per esservene andati, la maggior parte di voi dopo aver promesso cose che sapeva bene di non poter mantenere. Vi ringrazio perché mi avete reso forte, cinica, sarcastica e stronza con chi, come voi, non si merita una briciola del mio tempo e del mio amore. 

Vi ringrazio perché nell'essere così incredibilmente vigliacchi e ridicoli mi avete reso migliore, una donna che vi guarda dall'alto in basso e che, sostanzialmente, vi prende per il culo, dalla mattina alla sera. 

Qualcuno di voi non leggerà queste righe, qualcun altro si e forse per la prima volta si vergognerà, pur senza ammetterlo nemmeno con se stesso, per essere stato così vile e meschino. Qualcuno leggerà e si dirà "non sta dicendo a me, vero?"

Qualcuno di voi sa che l'ho già perdonato. Vi ho visto così piccoli e indifesi nel vostro smarrimento che sarebbe stato inutile e controproducente aggiungere ulteriore cattiveria. La vostra vita la dice e la dirà lunga su chi aveva ragione tra noi. 

Ma poi, come dice sempre un mio carissimo amico, è più importante avere ragione o essere felici? Nel mio piccolo sono arcistufa di avere sempre ragione. 

Andate via liberi e, ove mai possibile, non tornate. Trovereste poi quell'unico che non ha avuto paura di amarmi ed è lì con me che guarda nella mia stessa direzione.

Ecco, per favore, toglietevi da davanti. Mi coprite il panorama. 

Cassandra dei poveri. 

venerdì 31 luglio 2015

Lacune da colmare.

Tipo quelle della lingua italiana.

Manca un verbo da usare quando "ti voglio bene" è poco, "ti amo" è forse un po' azzardato e il "ti adoro" è inflazionato: noi donne lo utilizziamo per tutto. E quindi non significa più niente.

Manca un verbo, che esiste invece in tedesco, per dire a qualcuno che ti piace da morire, che per te butta bene, e che se lui sarà sempre come si è fatto vedere nella prima settimana di frequentazione allora insieme spacchiamo. Eccome se spacchiamo.

E' appena successo a una mia carissima amica, Lucrezia. Bella donna, solare, allegra, positiva ma sfigatissima con gli uomini. Veramente sfigata. Una sfiga da non credere: i matti, gli anaffettivi, i ridicoli, i bipolari li attira tutti lei. Si vedono in giro dei cessi a pedali e sono sempre in coppia. Lei, invece, è sempre sola.
Ogni tanto ti racconta che ha incontrato qualcuno e che è presa. Ma inesorabilmente dopo 4/5 mesi la incontri e le chiedi: "E il tizio?"
"Quale?"
"L'ultimo"
"Ma va, un pazzo da legare! L'ho mollato quasi subito, quell'idiota"

Ormai inizia a ridere ancora prima di raccontare l'ultima disavventura. Ogni volta, da circa 20 anni.

Qualcuno potrebbe ipotizzare che sia strana lei, ma vi giuro che anche io ne ho conosciuti diversi di quelli che sono usciti con lei. Doctor Jeckyll ineccepibili, assolutamente insospettabili nelle prime settimane di frequentazione che poi, improvvisamente, si trasformano nel Mr Hyde di turno. Da avere paura.

Certo, lei non è gestibilissima: bella, alta, magra, in carriera, intelligente, vivace, buona, l'anti gattamorta. Da tipe così gli uomini scappano a gambe levate.
Se ne è fatta una ragione. ha le sue amiche, il suo lavoro, i viaggi. Ti racconta sempre che la sua vita è perfetta così e che veramente non crede che, ormai, dopo i 40 un uomo possa dare valore aggiunto alla sua vita così piena e soddisfacente.

Lucrezia piace molto, gli uomini fanno a gara per conquistarla. Ma vi giuro che alla stessa fottutissima velocità con la quale se li ritrova intorno questi spariscono, come se lei fosse troppo.
Stufa di doversi scusare di essere "troppo" perché come dice sempre "non mi alzo la mattina con il chiaro intento di farti sentire a disagio, per cui se tuo, uomo, ti senti inadeguato con me fatti due chiacchiere con uno bravo, e smetti di chiedere a me di "essere meno", cerca di essere "di più" tu! Evolvi, santiddio!"

(Capirete che quando si parla di uomini ed evoluzione nella stessa frase si va avanti per ossimori.)

Comunque l'ho incontrata stamattina. Più radiosa che mai. Non ho potuto fare a meno di dirle che emanava più frecce innamorate lei di quello scansafatiche di Cupido, quel coglione.

Mi ha detto che ha incontrato un uomo, anzi un ragazzo, più giovane di lei di qualche anno, con il quale è andata a mangiare un gelato. Sai quelle volte che dici: "Prendo un gelato, due chiacchiere e poi vado a casa perché domani lavoro presto e sono a pezzi solo all'idea" ?

Ecco, pare che lei a casa non ci sia più tornata, passatemi l'iperbole.

Questo ragazzo, Angelo, di nome e di fatto, è, almeno sulla carta, quanto più possibile lontano dal genere di uomo che di solito frequenta Lucrezia, che infatti aveva ipotizzato di dedicargli giusto il tempo di un cono gelato da 4 euro (cono medio, non quello piccolo).

In realtà, accoccolati sugli scogli a guardare il mare, lei ha pensato: "Questo ragazzo è assolutamente incantevole. Mi piacerebbe farmelo piacere, ma figuriamoci: a me non piace mai nessuno".
Lui deve aver pensato la stessa cosa, perché a un tratto le ha dato un bacetto piccolo piccolo piccolo sopra una spalla.
Lucrezia ha fatto quella che se la tira, ma era sorpresa davvero. Gli ha detto:"Ehi, tu, come ti permetti?"
Lui, per tutta risposta, le ha dato un altro piccolo bacetto sulla stessa spalla.

Parecchi bacetti e parecchi gelati dopo, ma nemmeno troppi, insomma quelli che una ragazza che sta attenta alla linea mangia in una settimana, a lei, l'irriducibile zitella inacidita, è scappato, mentre parlava di tutt'altro, un TI AMO talmente forte che si è messa una mano sulla bocca come se avesse detto una parolaccia.

Effettivamente credo che l'ultima volta che la Lucre abbia usato quel verbo per un uomo e non per una borsa fosse il 1995. Lo so, perché quando l'uomo della sua vita ha messo incinta un'altra io ero li a passarle i fazzolettini di carta e a reggere il cartonato con la foto di lui mentre lei ci tirava su delle freccette avvelenate.

Angelo si è meravigliato assai. Oddio, Lucrezia gli piace molto, ma sicuramente lui ha tempi diversi.

Quando io le ho chiesto che cosa avesse bevuto prima di urlare un TI AMO così imbarazzante, lei ha detto che erano le 15 di pomeriggio e beveva solo acqua da giorni.

Ma la spiegazione che mi ha dato mi ha fatto riflettere molto. Lucrezia ha detto che non si vergogna affatto di aver esplicitato così avanti tempo i suoi sentimenti, in un modo così repentino, che non può essere un errore, piuttosto si è trattato di un benvenuto all'uomo che aspetta da una vita. In fin dei conti conosce Angelo da una settimana, ma lo ha cercato ovunque per 20 anni e quindi non ritiene di essere stata affatto avventata nel pensare di amarlo.
Certo la lingua italiana non offre molta scelta, ma dirgli "Era ora" non mi pare più fine.

Alla fine della fiera, la vita è quella cosa che ti accade mentre stai facendo altri programmi, e se hai più di 40 anni ti rendi conto che non hai più tanto tempo per correre dietro al treno giusto, un po' perché non hai più tempo, energia e voglia, un po' perché, statistiche alla mano, quanti ne passeranno poi di treni che vanno davvero bene per te?

Lucrezia ha deciso: quest'uomo le piace e non vuole mettere barriere tra loro.
In fin dei conti cosa ti rimane alla fine di una storia se non hai amato? Niente. E se ami invece? Magari dei bei ricordi e magari la storia stessa.

Mai vai, mai sai.

Citando Agrado, mitica trans in "Tutto su mia madre": "... perché una è più autentica quanto più somiglia all'idea che ha sognato di se stessa", un amore è tanto più vero e più forte più assomiglia all'idea del sentimento che vogliamo per noi dopo tanta sofferenza.


Forza Angelo, Forza Lucrezia.

Giulia


martedì 28 luglio 2015

Uomini fighi davvero

Perché non basta essere dei gran fighi fuori. Devi esserlo anche dentro. E non significa solo mangiare bene, non fumare e non ammazzarti di birra e alcool. 

Significa fare scelte anche difficili per essere più felici.
Significa saper anche stare soli.
Significa selezionare le figure femminili al tuo fianco, se non corrispondono perfettamente al futuro che vuoi.
Significa arrivare a 40 anni con le idee chiare. E anche se quello che vuoi non ha i contorni del tutto definiti, però è lì che ti aspetta, e ogni giorno che passa assume un aspetto meno nebuloso. 

Significa stare nel tuo, se questo ti fa stare bene. Ma se ti colpisce una persona ti butti e basta.
E se la persona in questione è una grande donna, o perlomeno così tu la reputi, con alle spalle una vita vissuta intensamente, tu non ti fai spaventare, metti subito le cose in chiaro e le dici che assomiglia in modo prepotente alla vita che vorresti.

E se per caso anche lei prova le stesse cose che provi tu, quando ormai non gliene fregava più niente, allora sali sul palo più alto, allacci la cintura di protezione e ti butti. Anche se l'esercizio lo hai provato poco o forse lo hai visto solo nei film.

Perché a 40 si è ancora giovani, vero, ma si è nel mezzo del cammino della propria vita. E se sei un figo vero, nella prima parte della tua vita hai sputato sangue, ma nella seconda hai finalmente il coraggio di essere felice davvero. 

Grazie di esserci. 
Giulia 

sabato 18 luglio 2015

Grazie di esistere

Quando ho scoperto di aspettare un bambino da un uomo che avevo appena mandato a remare ho detto quello che ogni donna nella mia situazione avrebbe detto: "Cazzo".

Ho guardato mia mamma, che era in bagno con me: era pallida e stava guardando lo stick rivela gravidanze che non era affatto blu, no, era al neon fluorescente e stava urlando urbi et orbi "sono Lorenzo sto arrivandooooooo".

Lei ha guardato me e ha detto: "Cazzo".

Si, in casa parliamo tutti francese tra noi.

"Cazzo", a parte essere appropriatissimo in quel momento per mille motivi che avrete capito da soli perchè chi mi legge non è affatto stupido, stava anche a significare, in estrema sintesi: "eoracomefacciamocheseisolaamilanoechenessunotipuòdareunamanomasoprattuttochicazzoglielodicealtubabbo?"

 Chi glielo dice al mi babbo? Io, chi vuoi che glielo dica? Però mica a voce, eh? Con un simpatico sms che diceva:"Sono incinta, lo tengo, non prendere nemmeno in considerazione il padre, elabora questa info, ci sentiamo tra una settimana, non chiamare, grazie Giulia"

Il mi babbo ha obbedito e ha chiamato una settimana dopo. I toni della conversazione ve li posso risparmiare.

Per onestà intelletuale confesso apertamente che ho valutato l'idea di rinunciare a quella gravidanza. Sono stati i 55 secondi più lunghi della mia vita. Poi mi sono detta: e quando mi ricapita sta botta di culo? Un figlio senza uno straccio di marito? Approfittiamo subito, visto come sta andando a rotoli la mia vita sentimentale dal 1995 in poi!"

Vero, può suonare altamente egoistico ed effettivamente quando scegli di fare un figlio si compie si un atto di amore, ma anche un atto di estremo egoismo, perchè due genitori scelgono di mettere al mondo, in questo mondo (e ho detto tutto), una creatura innocente che magari stava divinamente, è il caso di dirlo, anche in Paradiso insieme agli angioletti a giocare a palla o alla Barbie senza rotture di sorta.

Se poi decidi di tenere un figlio da sola (non di avere, perchè mai mi sarei messa volontariamente in questo casino), ma di tenere un figlio che Dio ha deciso di donarti anche se sei una zitella cinica e sarcastica, una può solo trattenere il fiato e buttarsi in questa avventura che si chiama vita. Vita mia e vita tua. Buttarsi e dire: che Dio me la mandi buona. E Dio mi ha ascoltato!

Fin dal concepimento, mio figlio ha fatto paura a tutti. Mille problemi, mille dubbi, mille riflessioni, e una sola certezza: la mia pancia rideva e aveva mille farfalle dentro. Quelle stesse farfalle che aspettavo di sentire amando un uomo della mia età, le sentivo iniziando ad amare un ometto che si stava formando dentro di me e che aveva ben 35 anni meno di me. Alla faccia del toy boy!!!

Mio figlio continua a fare paura anche ora: fin dal giorno della sua nascita, 18 luglio 2007 ore 12.41, ci ha guardato tutti con uno sguardo che riassumendo ti faceva dire:"Mo so cazzi" (torniamo sempre li). 

Mio figlio è estremamente intelligente e bacchettone. 
Mio figlio ha sempre ragione. 
Mio figlio mi sgama dal tono della mia voce. 
Mio figlio è l'unico uomo che riesce a tenermi testa.
 Mio figlio è la cosa più bella che io abbia avuto nella mia vita, e badate bene: di cose belle ne ho avute a iosa.
Mio figlio mi ha regalato e continua a regalarmi amore, energia, fiducia, ottimismo, divertimento, serenità, dinamismo, certezze, ansia e mille paure. Paura di una vita senza di lui che mi risulterebbe insopportabile.
Mio figlio è la parte migliore di me, la certezza assoluta che nella vita ho fatto almeno una cosa bella.

Non parlo alle donne che non vogliono o non possono avere figli. Da quando sono mamma ho imparato a rispettare i pareri delle altre e non giudico più nessuno.

Io parlo alle donne che ci stanno pensando e che sono attanagliate dai dubbi.

Io parlo a  chi, come me, è rimasta incinta e fin da subito ha saputo che sarebbe stata madre e padre e che sarebbe sempre stato un gran casino: non abbiate dubbi. Ovvero: abbiateli, tantissimi, tutti i giorni, ma sarànno i dubbi più costruttivi che vi sarete potute regalare.

Mia mamma disse all'epoca una frase che mi parse banale e mi stupii molto, dato che mia mamma è la donna più intelligente e meno banale che io abbia mai conosciuto: "Ora non sarai mai più sola".

Dopo 8 anni e 9 mesi di gravidanza io dico: Grazie Lorenzo, perchè hai reso la mia vita qualcosa di magnifico e grazie perchè non sarò mai più sola.

La mamma


lunedì 13 luglio 2015

La Magnifica Stronza - versione Porto Cervo 2015

Qualche anno fa - potete controllare se siete pignoli - scrivevo su questo blog di uomini e donne. Soprattutto scrivevo di me e degli uomini - pessimi - tranne tu che mi leggi - che ho frequentato.

Passano gli anni e ti aspetti che troverai non tanto quello giusto, ma almeno uno che faccia meno schifo degli altri.
In fin dei conti a cosa serve invecc... ehmm diventare consapevoli e sagge?

Come nel precedente post, continuo a pensare di essere una donna libera. Single, moderna, allegra, solare. Ok, ho delle punte di patologia pura, ma coincidono con quei 5 giorni del mese ed è un problema temporaneo, perchè prima o poi arriverà anche a me sta razzo di menopausa !!!

Continuo a essere una ragazza vecchio stile. Quelle brave dicono che sono vintage, o perlomeno, sono un'icona del classicismo femminile per quanto riguarda i rapporti uomo/donna.

Credo fortissimamente nella divisione dei ruoli e nel fatto che la donna debba fingere di essere preda e debba lasciare all'uomo qualsiasi forma di iniziativa (pilotata). Niente e nessuno mi farà cambiare idea su questo... Frotte di ragazzine che prendono l'iniziativa con maschietti spaventati e cagasotto non stanno andando da nessuna parte e stanno sputtanando - mai termine è stato più appropriato - la categoria.

NO.

Se un uomo ti vuole ti cerca. 

Altrimenti rileggiti la "bibbia". Si intitola "Forse non gli piaci abbastanza" e lo trovi in tutte le edicole e nei peggior bar di Caracas e Milano. 

Ma mentre offendo da sempre le donne che non si fanno desiderare abbastanza, vorrei qui aprire una piccola - si fa per dire - parentesi sulle cazzate che inventano gli uomini per sparire e su come noi, boccalone, ci crediamo ogni volta.

Ora capisco che il mondo sia pieno di donne disponibili, pare 7 per ogni uomo, e quindi capisco anche che talvolta capiti che abbiate il piede in più staffe. Ok. Ve lo concedo. Anche noi donne siamo multitasking da sempre, non a caso partoriamo noi e non voi.

Ma per favore, PER FAVORE, abbiate la decenza di ammettere le vostre responsabilità nel contesto di una relazione, lunga o corta che sia.

Ci sono uomini che godono nello sminuire la donna che hanno di fronte e con cui escono. Mai un complimento, mai un'affermazione carina: eppure lei vi piace, se la chiamate 10 volte al giorno... perchè al giorno d'oggi o lavorate in un call center, oppure è difficile che un uomo dai 40 in su abbia la possibilità e la voglia di stare così tanto al telefono...

Ma perchè lo fate? Se vi piace così tanto da frequentarla, sminuirla in continuazione non fa altro che mettere in rilievo quanto siete cretini voi a uscire con una che non fa per voi...

E poi, quando decidete di andarvene, perchè dovete per forza insinuare che ci sia qualcosa della poveretta che non vi piace?

Se un uomo smette di cercarti, se passa da 12 telefonate al giorno, 237 sms e 426 wappate (senza considerare Twitter, Facebook, IG e sticazzi varii) al nulla più totale un motivo c'è e ha sempre un nome femminile ... oppure maschile, per par condicio.

Noi donne ce ne andiamo anche senza uno straccio di piano B. Voi uomini ci scaricate solo per una che vi piace di più. 

E allora abbiate la decenza, il rigore etico, la correttezza, la purezza intellettuale di dire: "Gina, abbiamo un problema. E' tornata Tizia che mi aveva mollato tre mesi fa. Tu eri il piano B insieme a Wilma, Gloria, Marisa e Isabella. Ma ora è tornata Tizia e mi piace più di tutte voi messe insieme. Fattene una ragione. Ciao."

Fa male, ma è definitivo. Fa male, ma non tanto quanto stare a rimuginare su cosa cazzo posso aver detto di sbagliato per farti scappare via così dall'oggi al domani. Io non ho detto niente di sbagliato, è solo che tu hai voglia di ascoltare Tizia più di quanta ne abbia di ascoltare me.

E allora abbi l'onestà intellettuale di non sminuire me, ma di lodare Tizia.

Perchè che tu non mi ami posso capirlo, ma che tu non rispetti la mia intelligenza non te lo perdonerò MAI.

Giulia PianoB
ps: e ti auguro che con Tizia vada bene, ora, perchè se speri che ti risponda al telefono io sei fritto.

sabato 13 giugno 2015

Anche oggi non ho salvato nessuna vita, ma non ho nemmeno ammazzato nessuno.


Da sempre lavoro nel lusso. Ho venduto orologi di nicchia per anni. Ora invece vendo gioielli. Da urlo. Creazioni Made in Italy da capogiro. Roba che si può permettere solo il 5% degli abitanti di questa terra.

E ne vado fiera. 

Certo non salverò vite umane, ma non ho neanche la presunzione di farlo.
Lo so che in molti non arrivano a fine mese. Io sono una di quelle. Ho un figlio da sola, ho avuto la partita IVA per gli ultimi 10 anni... cosa vuoi che abbia messo via? E' grassa se lo stato italiano non mi ha ancora portato via la casa.

Quindi lo so che sono una privilegiata, che la gente in miniera sta peggio. Eccherazzo, non sono mica un'idiota.

Però non si parla nemmeno mai di quanto ho studiato per essere qui, a vendere gioielli che faranno felice forse una donna sola, ma la cui manifattura ha fatto mangiare intere famiglie italiane per anni.

Allora cari signori (e signore) volevo dirvi di andarci piano nel giudicare coloro che in apparenza svolgono lavori futili come il mio, perchè il PIL italiano parla chiaro: mi pare che il lusso e la moda italiana portino avanti la carretta e parecchio meglio di molti altri settori. Per non parlare della tradizione dell'artigianato italiano e del valore del Made in Italy del mondo.

Una raccomandazione sola: prima di parlare pensate a quale lavoro svolgete voi e di questo argomento riparliamone solo se siete infermieri o medici di un reparto ospedaliero, magari di oncologia pediatrica.
Altrimenti tacciamo tutti, che è meglio.

Un bacio dalla diamantaia polemica.