lunedì 21 gennaio 2019

io rogito, tu rogiti, egli rogita...


Ieri ho rogitato 21 anni di vita: ho venduto la mia prima casa, il micro appartamentino che mi ha reso tanto felice e sicura per anni.

È stato un passo difficile, che rimandavo da anni, ma ho ricevuto un’offerta da una persona amica e ho pensato che il mio nido fosse al sicuro nelle sue mani.

Era il 1998 e la mia vita non andava per il verso che desideravo. Credo sia stato paradossalmente l’anno più brutto che io ricordi dopo il 1995, che li batte tutti fino al 2015.

Una storia d’amore importante, anzi LA storia d’amore della mia vita finita con una gravidanza. Non la mia, quella dell’altra. Che lui ha scelto al posto mio.
La storia d’amore che mi ha reso brutta cinica acida, insomma la stronza che conoscete voi.

La storia era finita nel 1995 ma il dolore era fortissimo ancora nel 1998. Il dolore è finito nel 2012, quando ho preso un aereo e sono andata a parlare con lui dopo 17 anni che non lo vedevo.

Nel periodo in cui ho comprato casa avevo un lavoro stupendo: lavoravo in De Beers, brand che avrebbe cambiato per sempre la mia vita, ma abitavo con un fidanzato ubriacone e manesco.

Mia mamma lo capí, perché solo le mamme ti chiamano il giorno dopo essere stata pestata e sanno già.

Mamma disse: “Basta, è ora che tu abbia la tua casa, il tuo posto sicuro!”

Io ho cambiato casa oltre 50 volte nella mia vita: avevo i genitori divorziati e vivevo con una valigia praticamente in mano. Tutte le volte che ne facevo arrabbiare uno questo mi mandava dall'altra e viceversa. Poi le case delle nonne. Poi la mia piccolina a Siena, sotto casa di mamma. Poi quelle di Firenze negli anni dell’università, poi quella di Milano comprata per il mio “matrimonio” mai avvenuto, casa che si è goduta l’altra, poi tante case con le amiche, poi tutte le case di quando vivevo all'estero poi finalmente lei:

55 mq in via Fratelli Induno 2, 20154 Milano.

Nessuno la voleva perché era un piano terra. C’era poca luce e nessuno sapeva chi fossero i Fratelli Induno.

Io ci sono andata a vivere con la vernice ancora fresca e pur di sfuggire al fidanzato manesco ho dormito sul materasso in terra.

Ma almeno ero al sicuro.

Misi le sbarre alle finestre e il parquet blu.

Per tutti ero pazza, con scelte cromatiche a dir poco estreme. Ma me ne fottevo perché era casa mia e me la pagavo io.

(Un ringraziamento a mia mamma perché ha venduto la casa al mare per farmi avere l’acconto per quella di Milano e un ringraziamento per tutte le volte che ha pagato lei la rata di mutuo quando qualche datore di lavoro si “dimenticava” di versarmi lo stipendio”.)

In via Induno sono stata la persona più felice del mondo, anche se quei 20 anni sono stati a tratti duri.

Nel 2005 saltò anche il mio secondo quasi matrimonio e mia mamma decise che rifare il bagno di quella casa mi avrebbe distratto.

Partii con il voler mettere la doccia al posto della vasca e poi in 6 mesi cambiai tutta la casa. Mia mamma è incazzata ancora oggi per i soldi che ci spesi, ma quella casa divenne una meraviglia con tutti i mobili su misura e il letto a soppalco che si appoggiava sulla cabina armadio delle scarpe. 
Solo un genio poteva concepire una cosa del genere e io modestamente lo fui, rimanendo umile.

Nel 2006 la casa era un gioiello ma io rimasi incinta di un altro gioiello!

Siamo rimasti lì io e Lorenzo e sono stati i 7 anni più belli della mia vita: avevo un figlio divino, il lavoro dei miei sogni, una casa stupenda, e nessuno tra i coglioni.

È stato bellissimo e sono grata per tutti quelli anni di gioia pura.

Poi nel 2014 mia mamma mi fece notare che Lorenzo si meritava la sua stanzetta da ometto grande, non poteva più dormire nella stanza della mamma.

Così mi sono violentata letteralmente per andare a vivere altrove e con la morte nel cuore ho affittato via Induno. Per anni ho cercato di non passarci più davanti perché mi faceva male il solo pensiero che qualcuno fosse lì al posto mio. (Mio figlio ha dormito in camera sua una volta in 4 anni!)

L’anno scorso la richiesta: il mio vicino di casa desiderava allargarsi.

E da ieri la mia casa non è più mia.

Ci sarà una casa più bella, quella da donna adulta, di 115 mq, con due bagni (il sogno della mia vita), due camere, il salotto e la cucina NON a vista perché odio vedere la cucina dal resto della casa. Ci sarà una cantina e un box per la macchina che non ho, ma sono sicura che li le mie scarpe avranno le scaffalature che meritano. 

Saremo felice lì, lo so.

Ma ieri non lo ero perché il mio rifugio non è più mio.

Pendolarismi


Dopo mesi di pendolarismo Milano - San Benedetto del Tronto, la stimata azienda Trenitalia ha deciso di regalarmi la prima classe stasera.‬


‪Mi sentivo una regina: senza cani e in prima. ‬

‪Però accanto a una bambina di un anno che piange da ore. ‬

‪Va tutto trionfalmente bene. ‬

venerdì 26 maggio 2017

Di mamme e cani

Sarà, ma da quando vado in giro con l’enciclopedia Treccani me ne capitano di ogni e sono un filo provata.

Ok, tre cani sono vistosi, anche se di piccola taglia, ok anche io sono un gran bel pezzo di ragazza (ironia), comunque sia non capisco perché ogni giorno ci sia qualche pazzo che se la prende con me.

Il racconto di oggi ha il lieto fine, però.

Ieri, giovedì, ho accompagnato a scuola mio figlio come al solito con i tre cani. Voi direte: esci prima con i cani e accompagna tuo figlio da solo… Giusto, ma noi viviamo da soli e se io esco da sola con i cani alle 7 mio figlio si sveglia da solo in casa e a me non va.

Comunque sia, ieri lego la Treccani fuori dal cortile della scuole dove i cani non possono entrare (evito commenti inutili), lascio il bimbo, raggiungo le altre mamme e come sempre ci avviamo in tre, quattro o cinque, a seconda dei giorni e degli impegni, a prendere il caffè insieme prima delle rispettive giornate.

Davanti a scuola c’era più casino del solito, i cani erano forse agitati e c’era un babbo (in tutti i sensi) che non avevo mai visto prima. Sarà stato uno di quelli che ha il figlio il mercoledì pomeriggio e lo porta a scuola solo il giovedì mattina, magari sentendosi anche un eroe per quello che noi mamme facciamo 5 giorni alla settimana per quasi 10 mesi l’anno.

Il tipo camminava all’indietro, io boh, e senza prestare troppa attenzione, ha pestato il cane Leo, regolarmente al guinzaglio, che si è prontamente difeso digrignando i denti e facendo il gesto di mordere l’uomo al polpaccio.

Ripeto: il cane Leo ha fatto il gesto, perché se morde non stiamo a parlarne ma corriamo subito al primo pronto soccorso.

Il tipo ha iniziato ha urlare, bestemmiare e insultare. Prima della bestemmia pesante davanti a mamme e bambini mi ero già affrettata a chiedere scusa e a constatare il danno, inesistente. Il cane non ha nemmeno toccato il pantalone, non c’era traccia alcuna.

Comunque il tipo me ne ha urlato dietro di ogni. Le altre mamme mi hanno difeso, qualcuna lo ha guardato allibita per la reazione oltremodo inaspettata e esagerata.

Ci siamo poi incamminate verso il bar scuotendo la testa. A dire il vero ero abbastanza sconvolta, perché come spesso racconto sui social me ne capitano di ogni. I miei cani però, a detta di tutti, anche dell’educatrice che li segue, sono ben educati e tranquilli. Ecco, magari in mezzo alla folla sono forse un filo più reattivi, e forse ieri io ero distratta, cosa che non mi posso permettere se vado in giro con tre cani però non mi pare che sia successo niente di grave, fino a quando Leo non è stato pestato.

Il tipo lascia il figlio (poretto), inforca il motorino e mi segue per parlarne: inizialmente si scusa, giura di non aver bestemmiato, noi gli diciamo che eravamo in metà di mille ad assistere agli insulti e alle bestemmie, lui si scusa, ritratta, poi farfuglia che i miei cani sono pericolosi (peccato non li abbia mai visti quando giocano in perfetta armonia con i bambini della scuola che se li contendono per le passeggiate del pomeriggio al parchetto)… cmq sia mi avverte che chiamerà i carabinieri. Siccome conosco la legge e soprattutto quella relativa ai proprietari dei cani e sono pure assicurata, dico che può chiamare i carabinieri quanto vuole: i miei cani sono al guinzaglio che ha la lunghezza prevista per legge.

Detto questo mi dimentico dell’episodio… una causa in più di gastrite ma anche basta.

Stamattina una delle mamme presente all’episodio, che però non era venuta al bar con noi, mi racconta che ieri aveva notato il tipo che inforcava il motorino e mi seguiva e quindi si era gettata all’inseguimento di due vigili di passaggio e li aveva avvertiti che il tipo mi avrebbe voluto aggredire.
Quindi ieri, non solo mille mamme mi hanno difesa contro il tipo, ma hanno anche preparato i vigili al peggio


Le mamme, unite, salveranno il mondo!!!

Ma perché?

Della serie tutti i mentecatti io.

Vado dal veterinario con il cane Rambo, un toporagno di 5 chili forse.
Sulle strisce mi fermo ad aspettare il verde, come di consueto.

Arriva un signore (parola grossa) con un cane enorme evidentemente eccitato all'idea di conoscere Rambo. Io non posso muovermi perché non è ancora scattato il verde e il tipo mi insulta perché sono ferma sul posto ed è chiaro che il mio yorkie, arrivato prima, sta causando palese disagio al suo molosso.

Dovrei, per lui, attraversare la strada mentre passano le macchine (in Corso Sempione, per chi è di Milano) così il suo cane si tranquillizza, mentre io vengo falciata insieme al mio.

Lo guardo, inarco l'ormai mitico sopracciglio e dico: "Sei lei dà questi segni di squilibrio a maggio chissà ad agosto come è messo, poromo !!!" Mi guarda e non favella, togliendomi tutto il divertimento...

Se ci fosse mia nonna Leda direbbe "Ma io mi domando e dico..."

Anche NO

Se c'è una roba che non sopporto, a parte la festa dell'oratorio sotto casa con la musica sparata a mille in ogni momento del giorno e della notte, sono le foto mandatemi via wa da uomini che cercano di fare colpo.

Poveretti.

Capirei Brad Pitt o Kim Rossi Stuart, che mi hanno già convinto al ciao, ma il resto della marmaglia anche no.

Ma non avete delle ventenni da impressionare?

Fate anche meno fatica... daiiiiiii

Incontri

Solito tram: mi siede accanto un signore che poteva essere uno dei miei adorati nonni e inavvertitamente (davvero) mi tocca una coscia!

Si scusa subito, imbarazzatissimo, dicendo: "Oddio! Le ho toccato una parte delicata!!! Mi scusi!!!"
Per non mortificarlo ho risposto:"Tranquillo! Era solo una gamba ed effettivamente, ora che mi ci fa pensare, mi sa che è colpa mia perché mi sono seduta in modo scomposto ! Ma è stato un bene: ce ne fossero di più di bei signori come lei!!!

Tutto felice ha sorriso! Quando è sceso mi ha strizzato l'occhio con gesto di intesa.

Anni su Tinder e poi mi sono fidanzata sulla 43!!!

Brevissima storia bella.

Sul tram un ragazzo sui 40 racconta a una signora di non avere lavoro e di fare volantinaggio ogni tanto, quando lo chiamano.

Si alza un'altra signora molto anziana e dice di aver bisogno di qualcuno che la aiuti in casa nella gestione di un fratello disabile. Dice di averlo riconosciuto, sa da quale famiglia proviene e sa che è un bravo ragazzo. Si incrociavano spesso quando lei era giovane e lui piccolo.

Si sono seduti vicini vicini e si sono scambiati i numeri: ora un ragazzo ha un nuovo lavoro e una signora ha un nuovo badante.

Nel 2017 ci si parla ancora in tram, alla faccia di chi dice che siamo tutti disperati attaccati ai nostri dispositivi (come me ora).

lunedì 20 febbraio 2017

Amiche vere

Piccola lezione non richiesta sull'amicizia vera.

Ieri ho cenato con due amiche speciali che mi hanno chiesto come sto, mi hanno ascoltato davvero, hanno annuito spesso e hanno capito, senza giudicare, mettendosi nei miei panni che non sono i loro.

Perché una persona è e rimane tua amica anche se ama persone che tu non ameresti, o accetta sfide professionali che tu non accetteresti, prende decisioni che tu non prenderesti o non fa quella telefonata che tu avresti fatto mesi or sono.

Perché l'amicizia è questo: 

esserci sempre per gli amici, difenderli a spada tratta davanti a tutti e poi, magari cazziarli in separata sede (di battistiana memoria) e ascoltarli sempre ... senza giudicare, senza mettere loro parole in bocca... 

Perché gli amici non sono parenti, non sono fidanzati, sono persone altro da noi a cui spesso basta essere ascoltati e che ci scegliamo noi con cura che aumenta negli anni.

Si chiama empatia, si chiama rispetto, si chiama supporto.


E non bisogna essere stitici: un "grazie, amica mia" non ha mai ammazzato nessuno. Anzi.

Grazie, amiche mie.

sabato 14 gennaio 2017

Ti cerco negli occhi di ogni uomo che incrocio e che mi ricorda te, nella speranza di trovare, dentro quegli occhi, un te migliore di te. Una tua versione rivista e corretta, senza tutto quel ghiaccio che mi faceva soffrire.

Ma ci sono solo loro, che mi guardano stupiti e interessati e che scrutano i miei occhi per capire il perché di tanto dolore e il perché di tanta invadenza nella loro anima.

Tu non sei lì. Non ci sarai mai.

Sarebbe bello poter pensare che un giorno smetterò di scrutare così tanto lo sguardo altrui. Oppure sarebbe bello poter pensare di incrociare, prima o poi, proprio i tuoi occhi che contengano solo la verità e le risposte che cerco da mesi, chiedendomi incessantemente dove ho sbagliato e rispondendomi che quella che ha sbagliato non sono io.

Io sono stata onesta, trasparente, corretta, coerente. Tu no.

Nel frattempo l'assenza ti rende ai miei occhi più interessante di quanto tu abbia mai sperato di poter essere comportandoti da vero uomo.



venerdì 13 gennaio 2017

Breve storia triste.

Non amo molto stare al telefono, per dirla con un eufemismo. Aborro le telefonate, come più volte detto. A ogni squillo di telefono corrisponde un altrettanto "chi cazzo è ora" il cui volume e il cui ph sono direttamente proporzionale all'ora della chiamata in una normalissima fascia oraria giornaliera.

Alle 21 di sera il telefono implode autonomamente.

Faccio questa premessa per spiegare ai più che i miei apprendono la maggior parte delle notizie che mi riguardano, se raccontabili, dai social.

Ieri avevo scritto in maniera sarcastica che questo è il periodo migliore dell'anno per rimanere senza riscaldamento.

Da lì si è scatenato l'inferno di telefonate al numero di cellulare di mio figlio, che ha preso dalla madre e che non sa nemmeno dove è il suo apparecchio. Scavando tra mille mattoncini Lego riemerge un vecchio iphone e apprendo che parecchi parenti lo hanno cercato.
Lo costringo a richiamare e quello che sento è: "Ma no, tranquilli, non si è rotto il riscaldamento a casa, nooo. E' solo quello della mamma in negozio che fa i capricci! Ah ok, allora siete tranquilli. Bacio"

NO MA GRAZIE.

Da quando è venuto al mondo questo cittino io posso anche morire ibernata. L'importante è che il piccolo sia al caldo.

Bene. Ma non benissimo.

Poi una non dovrebbe odiare certi uomini...

In seguito a un "piccolissimo" guasto della mia lavatrice Bosch, guasto che mi ha gettato nella disperazione, e alla latitanza del mio tecnico di fiducia, che mi ha gettato sull'orlo della pazzia, mi sono documentata in rete ...

Ormai conosco tutti i forum sul funzionamento della centrifuga, del risciacquo e dello scarico acqua negli apparecchi Bosch Modello WFD 1260 Electronic (che sospetto sia una versione di merda, da quanto leggo tra le righe).

Mi è ormai chiaro, però, che questi forum siano solo una scusa per gli uomini per parlare male delle povere donne che utilizzano le lavatrici.


Allora: una cosa per tutte!!! Noi povere criste portiamo in grembo dei figli e partoriamo tra mille dolori e ci ammazziamo di lavatrici e lavastoviglie per tutta la durata della vita. Voi maschi di sta cippa che di solito in casa non siete di nessun aiuto, se non addirittura di intralcio, abbiate almeno il buongusto di far funzionare il cestello della centrifuga invece di sputtanarci online.

Mi pare il minimo sindacale. Cazzo.
Mi sono sfogata. Ora sono calma.
Grazie a tutti.
Giulia

ps: è finalmente passato Salvatore. Ha dato ragione a me. Sostiene che senza le donne la maggior parte degli idraulici sarebbe senza lavoro. Tié.

mercoledì 11 gennaio 2017

Tempus fugit irreparabile

Nel 2014 mi sono accorta che qualcosa della mia vita non andava. Il lavoro, certe relazioni, certi amici. Prenderne atto è stato molto doloroso, ma da lì è iniziato un percorso di riflessione e crescita.

Nel 2015 ho stravolto la mia vita: casa nuova, un cane, azienda nuova, nuovo ruolo, trasferimento, un secondo cane, una migliore amica che manca, due uomini a cui ho voluto bene che mancano, tanti rami secchi tagliati, tanto dolore. Come non pensavo di riuscire a sopportarne.

Nel 2016 ho concluso il percorso di bonifica. È stato un anno coerente: orrendo dall'inizio alla fine, ma io ho eliminato tutto ciò che non andava. Unica cosa bella: la nascita di mia nipote e l'arrivo del mio terzo cane, un cacacazzo infinito che amo alla follia!

Però, cari anni brutti, voi finite e io sono qui: più forte e più coraggiosa che mai. Nella mia vita è rimasto solo il bello.
Quindi ditemi ora chi ha vinto tra me e voi? Voi con la vostra "orrendevolezza" o io con la mia forza e resilienza?
Sapete cosa vi dico ? Grazie per esserci stati: voi ora non ci siete più e io sono una persona infinitamente migliore di quella che ero.

Grazie. RIP.


(Ma come al solito #restoumile)

Addio.

"Ciao Giulia, cosa fai stasera?"

"..."
"Dai rispondi"

"..."
"Ma che è questa freddezza?"

"... disse quello che ha detto 'ci sentiamo domani' e non si fa sentire da mesi"

"Siamo adulti dai"

"Tu sarai un semplice adulto. Io, invece, sono un adulto educato e se dico 'ci sentiamo domani' signica che il giorno dopo mi faccio viva. Tu invece sei sparito per mesi e senza un buongiorno buonasera buon natale buon anno nuovo ti fai vivo per sapere cosa faccio stasera? Stasera faccio tutto e il contrario di tutto, ma sicuramente non perdo tempo con te!"

"Hai ragione, scusa, sono stato una merda"

"Una merda non direi, ma un paraculo maleducato di sicuro e io non frequento paraculi maleducati nemmeno per un caffè."

"Posso recuperare?"

"No, per me sei rimasto nel 2016."

"Sei una stronza!"

"No, sono una donna forte e determinata che non perde tempo con i finti amici. Addio"

"Te ne pentirai"


"Ahahahahahah"


Tutto questo per dire che se sparite, sparite davvero.

Grazie.

Breve storia bella

Anni fa lavoravo in un'agenzia di comunicazione.

Ci furono degli screzi tra me e la titolare e fui licenziata (un classico).

Una collega più giovane al tempo non si schierò con me, ma anni dopo mi cercò per chiedermi scusa di non avermi supportato in quell'occasione.

Scusa accettate anche se non necessarie perché tanto si sa come vanno i rapporti di lavoro tra donne, soprattutto a Milano, soprattutto nell'ambito moda.

Ora siamo amiche, ci rispettiamo molto, ci passiamo informazioni di lavoro rispettivamente, ci aiutiamo e ci supportiamo.

Nello specifico la mia ex collega ha trovato lavoro in un'azienda fighissima e ha proposto me per un ruolo molto interessante.

A me è capitato sempre di avere con le donne intelligenti un rapporto meraviglioso di stima reciproca e affetto.

Questo per dire che quando le Donne vogliono possono.

Grazie amiche mie !


LaGiulina

venerdì 26 febbraio 2016

Grazieeeeee

Oggi sono in perfetta forma e ne voglio approfittare per dire un grazie enorme a tutte quelle persone che da un anno a questa parte ci sono, mi amano e mi ascoltano sempre ... Mi sopportano e mi supportano h24.

Grazie a te, amica recente, che da un anno non fai mancare mai la tua telefonata per sapere come sto, anche se a stare male spesso sei tu. 

Grazie a te, amica ritrovata, che non mi molli un attimo e mi ascolti davvero e ti ricordi pure quello che dico e quando sono giù mi citi le cazzate che dico quando sono su. 

Grazie a voi, amici del cuore, che gestite con affetto questa amica rognosa che ce l'ha con gli uomini: tutti tranne voi

Grazie alle amiche mamme che mi scrivono sempre e mi consolano quando mi sento una mammadimerda. Quindi spesso. 

Grazie alle Gine che sono sempre connesse in chat e che insieme a me fanno una pippa alle amiche di Carrie Bradshaw.

Grazie a te, piccolina mia, che con i tuoi 20 anni sei spesso più saggia della tua Mamy.

Grazie a te, amica lontana e massacrata dalle batoste come è più di me, che riesce sempre a trovare un momento per me.

Grazie alla mia mamma, che mi capisce a tratti ma mi ama comunque. 

Grazie al mio babbo che mi sopporta e ama anche quando non mi faccio capire.

Grazie ai miei fratelli. Loro ci sono sempre e mi rendono la sorella più fortunata del mondo. 

Grazie ai compagni dei miei genitori perché hanno saputo costruire una famiglia allargata meravigliosa.

Grazie ai miei nonni che sento presenti come non mai.

Grazie alle amiche di Siena che mi fanno sentire a casa anche se a casa non torno da anni.

Grazie a tutti gli ex colleghi, ora amici, che mi hanno aiutato a crescere nel mondo del lavoro.

Grazie a mio figlio che mi ama anche quando faccio schifo come mamma e come donna.

Grazie agli amici che credono in me anche come interlocutore professionale e si fidano anche sapendo cosa posso fare durante il GBShow.

Grazie a te che non amandomi mi hai insegnato che si può amare di getto, di pancia, anche senza essere ricambiate. Perché l'amore si offre e non si chiede in cambio. 


Grazie a tutti quelli che ci sono.

Grazie anche a chi non c'è perché andando via ha fatto spazio a chi mi ama davvero. 

Grazie a chi mi protegge dall'alto. 

Essere Giulia Bernini è un caos enorme, un lavoro continuo e un enorme, mastodontica rottura di palle. 

mercoledì 2 settembre 2015

Mancanze che tolgono il fiato

Quando una grande azienda che stimo e rispetto da sempre mi ha proposto quella che ritengo una grande occasione professionale quattro mesi lontana da casa sono andata al colloquio per ringraziare e declinare l'offerta. Non sapevo, però, che la persona che sedeva davanti a me e che sarebbe diventata il mio referente, è una donna (e sottolineo donna) di tale spessore e capacità come mai ho conosciuto prima. Sorpresa e stimolata da tanta fortuna ho sentito la mia voce dire:"Accetto". 

Mi è stato chiesto almeno quattro volte se mi sentissi di lasciare mio figlio a casa con i nonni e quattro volte ho risposto "ce la faccio".

E' chiaramente stato un enorme periodo di merda.

Un equilibrio personale sconvolto dalla grande occasione professionale che mi merito dopo 20 anni di esperienza sul campo (ma noi brave non siamo mai veramente certe di essere brave davvero) e da una mancanza totale di tutto il resto. 

Tutto il resto.

Sono arrivata a Porto Cervo con 4 scatoloni in cui ho cercato di raccogliere la mia vita e un iphone al quale sto attaccata come il malato terminale all'ossigeno.

Il mio Iphone è casa: è mio figlio che mi lascia messaggi vocali su viber, è mia mamma che mi manda foto del mio cane e dei miei gatti, sono i miei fratelli che fanno il tifo pe rme, sono gli sms e i messaggi dei miei amici che mi scrivono perchè sanno che sto male e non mi mollano un attimo. Non mi hanno lasciato sola MAI.

La mia estate di merda è fatta però da tante cose belle che sommate non si sotituiscono al dolore che ho provato, ma che lo hanno di sicuro alleviato alla grande.

L'estate 2015 mi ha mostrato un lato dei miei genitori (e dei loro compagni) che intuivo esserci e ora ne ho la prova: una grande famiglia allargata di persone che mi amano e che si sono fatti in mille per aiutarmi in questa nuova sfida professionale, curando mio figlio e i miei animali meglio di come avrei fatto io.

Un tessuto sociale di amici di Milano che si sono occupati della mia casa e delle mie amate piante.

Un tessuto sociale di amici in tutto il mondo che non mi ha lasciato sola un minuto, per non parlare di chi (grazie mille ancora con tutto il mio cuore) ha mosso il deretano per venire qui di persona, anche fosse per un abbraccio lungo quattro ore.

Grazie a tutti i miei amici di passaggio a Porto Cervo che si sono fermati in negozio anche fosse per pochi minuti. L'ho apprezzato tantissimo e ve ne sono grata. Non vedo l'ora di rivedervi a casa mia.
 
Grazie a tutti i nuovi amici di Porto Cervo e della Sardegna... non siete voi che non siete abbastanza, sono io che qui non mi sono mai veramente sentita a casa. Ma ho apprezzato tutto quello che avete fatto per me e sono sicura che rimarrete nel mio cuore per sempre.

Grazie anche a chi non ha potuto esserci. Vi ho sentito vicini lo stesso e vi voglio bene per tutte le telefonate e i messaggi che avete trovato il tempo di farmi ricevere.

Grazie anche a chi non ha voluto più esserci: la distanza e il tempo schiariscono la mente e rendono lucidi. Ora so bene con chi proseguire l'avventura della mia vita da ottobre in poi.

Grazie a chi con i dovuti modi e il rispetto che ha per me mi ha avvertito, con tatto e tenerezza, che sarei tornata a Milano trovando tre amici in meno. Il mio cuore sanguina ininterrottamente dal 29 luglio, ma lentamente il respiro torna alla normalità e mi rendo conto che comunque si sta parlando di vita, fatta anche di lontananze incolmabili ed eterne.

Grazie a te, piccolo Leo: la tua presenza del tutto casuale mi ha aiutato tantissimo e l'amore che hai per me rispecchia totalmente quello hai trovato e troverai nella mia piccola grande famiglia da questo maledetto agosto in poi. 

Grazie a me, che con una tempra che non sapevo di avere, mi sono alzata per quasi quattro mesi a fila e sono andata a lavorare ogni giorno che Dio ha messo in terra dal 21 maggio a oggi (con eccezioni che si contano sulle dita di una mano sola) con il cuore a pezzi, o colmo di gioia, arrabbiata, triste, infelice, inviperita, assonnata, affamata, accaldata, preoccupata, ansiosa, ma soprattutto determita ad arrivare, come promesso, al 20 settembre a testa alta, consapevole di avere dato il meglio di me.

Perchè anche se vendi gioielli, e non lavori in una miniera, è comunque una vita fatta di sacrifici e dedizione al lavoro, di attese, di burocrazia, di amministrazione, di scelte da prendere, di discussioni da sopportare, a Porto Cervo, come a Milano, come a Ginevra, come a New York o a Hong Kong.
Perchè se una è una professionista seria lo è dalle 7 della mattina alle 2 di notte: impeccabile, sorridente, calma, con il trucco perfetto e il capello pettinato, sul tacco 12 e un tubino nero, anche quando vorrebbe essere a casa a piangere tutte le sue lacrime, per un figlio che manca, per degli amici che non ci sono più, o per un amore che ti fa sanguinare il cuore.

Ma soprattutto grazie a te, piccolo Lorenzo, che ami ancora e perdoni questa mamma girellona che per farti avere una vita degna di tale nome si ammazza di lavoro a 700 km da te. Ogni promessa è un debito: mai più. Non avremo mai più un periodo lontano come questo, mai più amore mio. Il mio cuore non regge a tanta mancanza.

Grazie alla mia vita che mi ha dato tanto. E grazie anche alla Sardegna per avermi mostrato, tutto sommato, il lato migliore di me stessa.

Grazie

martedì 1 settembre 2015

Dell'amore.

Da anni la Regina delle Zitelle, cioè la sottoscritta, detta anche con affetto la Regina delle Stronze, viene interpellata da amici e amiche sulla questione amore.
Il perchè mi sfugge, dato che sono affidabile come un daltonico da Benetton, però questo è... 

Ieri, durante una giornata di mare con degli amici, ho raccolto così tante perle di saggezza mie medesime che mi è stato consigliato di scrivere un nuovo post, così per non perderle come sabbia tra le dita. 

Diciamo che l'amore, quello vero, è come il testo di Teorema di Marco Ferradini: fino a quando saremo tutti concentrati sulle prime due strofe evitiamo pure di parlare di amore, e concentriamoci sul sostantivo "cotta" o "frequentazione emotiva" tanto cara alla mia analista di una volta.

L'amore vero è quello della terza strofa, e fino a quando non saremo pronti di testa e di cuore è inutile perdere tempo l'uno con l'altra, perchè ci si fa tutti del gran male.

Una volta appurato che siamo persone mentalmente stabili e prive di "liquami tossici" (qui qualcuno riderà) allora si può abbandonare Ferradini e concentrarci su Fossati, sulla costruzione di un amore, passando da Leonard Cohen e Sergio Cammariere fino ad arrivare alle cure di Battiato.

Il resto è noia. Forse sesso, per coloro che sono interessati all'articolo.

La frase dell'estate 2015, che nel mio caso assomiglia a una brutta telenovela brasiliana dallo schermo giallognolo, è la seguente e va segnata da qualche parte perchè servirà ancora: la vita è piena di sfumature da cogliere con dovizia di particolari, ma l'amore, quello vero, è facile perchè è bianco o nero. O c'è o non c'è. 

Se c'è siamo solo alle fondamenta: va costruito tutto, mantenuto in vita e nutrito come una piantina sul balcone di casa.

Se non c'è, non ce lo metti, come si dice a Siena.

Il problema è che tutti, in amore, vediamo solo quello che vogliamo vedere. Non siamo obiettivi, non siamo razionali. Altrimenti non sarebbe amore, sarebbe un 740 da compilare.

L'amore è facile. 

Quando si ama ci siamo. Punto. Non contano più le distanze, le ripicche, le incertezze, gli ex, i follower, i fan, la fila fuori della porta di qualcuna che piace tanto ma alla fine è sempre sola. Quando si ama ci si fida, ci si butta a capofitto tra mille dubbi, mille paturnie, mille paure, certi di una sola cosa: io Giulia prendo te, Gino, in isposo, anche se non ti sposo davvero, e con te voglio stare tutta la vita. Non voglio necessariamente dormire con te tutte le notti, se non è possibile, ma voglio camminare nella stessa direzione, mano nella mano, con il telefono spento, e possibilmente parecchi cani al seguito.

Dove, non importa. Quando, me ne frego. Spero il prima possibile. Perchè se ti accorgi di amarmi che me ne sono andata è un gran casino.

Perchè quando amo davvero amo te e basta, e ti sono fedele, e mi faccio in mille per te, e ti aiuto e lotto contro tutti. Ma se mi fai andare via, questo mio immenso amore verrà trasformato in qualcosa d'altro, digerito, metabolizzato e investito su un altro progetto, che sia un nuovo lavoro o un nuovo compagno al mio fianco.

Ma se pensi di avere le farfalle nello stomaco, prima che diventino dinosauri, dimmelo. Prendimi per mano, fermami, dimmi che non devo più scappare perchè quella è una cosa che so fare, già vista e sinceramente noiosa.

L'amore è facile. C'è o non c'è. E se sei con lei, ma pensi a me, allora fatti una domanda e datti una risposta.
Perchè l'amore, quello vero, lo riconosci dal cazzotto nello stomaco che senti la mattina quando ti svegli con la persona sbagliata.

L'amore è chiedersi dove sia e come stia l'altro. L'amore è anche il coraggio di scegliersi tutti i giorni, costi quello che costi.

Lo sguardo deve essere vivivo, la testa sgombra da psicosi e ricatti, ci deve essere la capacità di intendere e volere. E la sincronia, perchè se io ti amo di martedì e tu ricambi di sabato abbiamo solo sprecato un enorme potenziale.

L'amore è facile e se non hai la testa piena di melma lo riconosci. Lo senti nella pancia, hai un pacman impazzito che ti risucchia da dentro. E non importa se la testa ti dice che va tutto bene, perchè quando sei con la persona sbagliata il vero amore urla e lo sentono tutti. Ma tu lo rifiuti perchè è complicato, perchè significa rischiare, mettersi in gioco, significa vivere e non sopravvivere.

Allora la mia domanda è: vuoi vivere o sopravvivere? Se sai rispondere a questo allora sai amare.
Basta avere coraggio.

Una che ama parecchio.

mercoledì 26 agosto 2015

Amicizia

Certa di sembrare non banale, bensì banalerrima, ammetto di aver riflettuto a lungo in questa estate lontana dagli affetti più cari e di essere giunta alla conclusione che la mia vita senza (in ordine):

me stessa
mio figlio
la mia famiglia
i miei amici
i miei animali
il mio lavoro 
Milano

non vale la pena di essere vissuta.

Mi metto al primo posto, perchè credo, molto egoisticamente, che se non si è felici e sani non si riesca a godere di niente, neppure dell'amore per il proprio figlio.

Appurato che sono sana come un pesce e che lavoro alla mia felicità da circa 44 anni, posso passare senza dubbio alla mia riflessione sull'amicizia, proprio in un'estate che, per ironia della sorte, di amici se ne è portata via ben tre. 

Due uomini e una donna che stimavo profondamente, che da interlocutori di lavoro sono diventati amici, veri, quelli che hanno sempre una risposta. Quelli che se dicono che richiamano richiamano davvero.

Mi soffermo in modo particolare sulla Patty, una delle mie amiche più care, una ragazza splendida che è stata mia collega per tanti anni, che mi è piaciuta da subito, che ha riempito di regali me e mio figlio, quelle cazzatine carine di Hello Kitty per me e di Batman per il PN che ci piacevano tanto e che lei si affannava a comprare per farci ridere. Lo ti chiamava ZiaAppy e tu hai chiesto di lui fino all'ultimo e io non lo dimenticherò mai.

Insieme abbiamo parlato tanto, tesoro mio: di uomini, di orologi, di borse, di scarpe, di noi, delle nostre mamme, dei babbi, di collagene, della tue amiche che non ho, purtroppo, mai conosciuto, delle mie che ti ho fatto conoscere e che ti piacevano tanto.

Mi hai tenuto Lorenzo quando lavoravo la notte, sei venuta da Spontini con noi, hai partecipato agli Schifezza Party da Mep, come lo chiamavano noi tre, hai tuittato, istagrammato, uozzappato e feisbokkato con me tantissimo, di giorno, di notte, siamo state sveglie insieme, ognuna nella propria casa, in preda all'insonnia più sciagurata e mi hai sfottuto così tanto per tutti quei cazzo di scatoloni che mi sono portata a Porto Cervo a maggio...

E ora mi lasci così, Patty, con un WA mai risposto, con una richiesta di venire a trovarti che non hai accettato, perchè io me lo sentivo, tesoro, e tu anche, che non ci saremmo riviste mai più.

Ma a me non sarebbe importato non vederti al 100% della forma, io bella ti ho visto sempre e così ti ricordo. Volevo solo abbracciarti forte forte e supplicarti di lottare ancora, per me, per Lorenzo, oltre che per i tuoi genitori e per tutti i milioni di amici che avevi. 

Raramente ho conosciuto una persona con tanti amici come te, Patty: ti conoscevano e amavano tutti, e ora non ci sei più io sono incazzata nera, perchè avevo tante cose da dirti, tante borse da andare a comprare con te, tante creme da provare insieme. Ora a chi farò quelle telefonate chilometriche dalle 19 alle 21 che iniziavano sempre con un "Pattiiiiiiii, non puoi capire cosa è successo..."?

Mi manchi Patty, la mia vita senza di te non è più la stessa. Ma so che ci sei e fai il tifo per me esattamente come prima. Ti ho sempre voluto bene e sempre te ne vorrò. Mi guardi dall'alto e mi mandi consigli utili, vedi tutto e saprai dirmi da chi scappare e a chi correre incontro.

Ho perso due amiche del cuore nella mia vita, Manola il 9 agosto 1982 e Patty il 9 agosto 2015. Ma ora siete i miei angeli personali. E chi m'ammazza?

LaGiulinaconilcuoreapezzi

giovedì 13 agosto 2015

Cose che non capirò mai.

E che mi fanno continuamente incazzare.

La vita è fatta di milioni di incontri.

Potendo, starei a casa sul divano a leggermi un libro, con due gatte appallottolate sulla testa, un figlio spalmato sopra la pancia e due cani accucciati sulle gambe. Così, impietrita in un momento che vorrei far diventare eterno, senza telefono che squilla, cene da cucinare, cani da pascolare, figlio da crescere, persone da intrattenere. Ma non si può.

E allora se proprio devo vedere delle persone, che almeno siano il più gradevoli possibile.
Invece no, alla Sagra del Salame succede di tutto, vedi di tutto, senti di tutto, sopporti di tutto, sia nel merdume di Porto Cervo che alla fiaccolata di Canicattì. La faranno una all'anno di fiaccolate a Canicattì, o no? 

Tanto ci siamo capiti.

Insomma tutto il mondo è paese. E scontate sono pure le robe che ti senti dire, che poi alla fine ripeti come un mantra, nella speranza che ti entrino in testa un bel giorno.

Quelle che mi toccano di più, e quelle che quindi mi fanno maggiormente diventare una iena sono le seguenti:
  • Non ti abbassare al loro livello
  • Dagli tempo
  • Fai la signora
  • Il tempo è gentiluomo
  • Chi vivrà vedrà

Per carità divina, tutto vero, ma che due enormi palle.

L'unica lezione che mi pare una persona come me, impetuosa, vulcanica, energica e dinamica, debba imparare, alla fine, è che hanno sempre ragione gli altri e tu devi solo ingoiare, stare zitta e aspettare che il tempo ti dia ragione. Ma se poi dopo sei decrepita e manco te ne accorgi che hai sempre avuto ragione a che cacchio serve?

Ti mancano di rispetto? Tu non devi alzare la voce perchè non sei come loro.
Ti tradiscono? Si vede che non ti meritano.
Hanno i loro tempi? Eh beh, ma tu vuoi tutto e subito.
Ti fanno arrabbiare ora? Porta pazienza, perchè il tempo darà ragione a te.

Ma dico, siete tutti monaci buddisti voi?
Non vi incazzate mai? Non vi viene mai da urlare come dei pazzi? Non vi sentite mai in gabbia? Non vi sembra mai che la vita vi sfugga tra le mani e voi non state facendo una beata mazza perchè siete li, ciondolanti, ad aspettare l'amico, il collega, il fidanzato di turno che hanno tempi diversi?

No, perchè a me capita da trilioni di anni.

Allora o sono sbagliata io, e ci sta, o vi drogate tutti, e anche parecchio. Ma allora ditelo, che cambiamo le regole del gioco e mi tranquillizzo anche io.

Vi piace vincere facile? Maledetti.

Una stanca stufa praticamente di tutto

domenica 9 agosto 2015

Agosto. Addii. Senza ritorno.

È iniziato tutto il 9 agosto 1982, quando qualcuno lassù ha deciso che dovevo fare a meno della mia migliore amica Manola e se l'è presa, lasciandomi a 12 anni con il vestito della festa a piangere su una lapide. 

Poi ci sono stati i nonni, uno via l'altro, in uno stillicidio continuo, dai bisnonni in poi. 

Poi ci sono stati gli amici, quelli che hanno deciso che la loro vita non era degna di essere vissuta e quelli che volevano vivere, ma qualcun altro ha deciso per loro. 

Poi ci sono stati gli animali che ho amato e che sono morti, come si sa che accade, ma fa sempre tanto male da morire. 

Poi ci siete voi due, ex amiche, che avete deciso di rifarvi una vita. Senza di me e senza una spiegazione che fosse quanto meno dettata dalla buona educazione. Amen.

Poi ci sono gli uomini che ho amato. Uno, a dire la verità, poi tutti gli altri che ho creduto di amare, ma erano solo un "twist in my sobriety", per dirla come una splendida Tanita Tikaram. 

Se ne sono sempre andati. Tutti. 
Sono, da sempre, la "non scelta", quella che si lascia per tornare dall'altra, una che forse non ti fa toccare il cielo con un dito, ma è più facile di me. 

Inutile che facciate dell'ironia sul perché ve ne andate. La farei anche io della facile ironia, se non tornaste tutti. Ma tornate sempre, dimostrando più a voi stessi che a me che quella sbagliata non sono io. 

Perché io sono troppo. Troppo tutto. In una parola, forse qualcuno vorrebbe che io mi definissi quella non adeguata. 

E invece no. Non ce la farete mai. Non vincerete voi.

Io sono quella che parla tanto, che ride tanto, quella che dona tanto, quella che si fa in quattro per voi, quella che capisce tutto e fa un passo indietro. Per lasciarvi andare dalle donne della vostra vita che non vi renderanno felici ma sono facili da gestire.

Quelle che "lei è così brutta che nessuno me la fregherà", per citare la frase dell'unico uomo che ho amato e che ha fatto un figlio con un'altra, mentre divideva la casa con me.

Io non piango, io non urlo, io butto giù merda da venti anni.
Poi però sempre da 20 anni assisto al vostro ritorno, con la coda tra le gambe, e vi consolo quando piangete perché "mi avete perso". 

Io non vi odio. Lasciandomi, spesso male e da codardi, mi avete reso invincibile. 

Solo una cosa può farmi male e qui non la scriverò. 

Voi andate, fate i vostri esperimenti di vita e tornate, con lo sguardo basso e le mani attorcinate, a dirmi che "hai sempre avuto ragione tu, Giulia".

Mia mamma mi ha sempre detto che le cose le sento prima. Sono una strega, una novella Cassandra dei poveri. Capisco dal tono della vostra voce che state per scegliere l'altra prima che lo abbiate capito voi. Oppure che state scegliendo la via più facile, perché io sono troppo, e poi sto a Milano, sono indipendente e poi sono troppo bella, chissà in quanti ci proveranno. Senza capire che io, nella varie fasi della mia vita, non volevo loro, gli altri, volevo proprio voi, che ora mi leggete e vi date dei coglioni, con le vostre storie malate, prevedibili e piccolo borghesi.

Ma questo è. Vi ho promesso libertà. Andate, siete liberi. Anche di non tornare. 

Metterò nel dimenticarvi la stessa disperazione ed energia che ho messo nell'accogliervi e al vostro ritorno troverete un pezzo di ghiaccio. Una donna che, per voi, è diventata irraggiungibile. Quindi fatevi un piacere: non tornate proprio, perché fareste solo un regalo al mio ego, già abbastanza ipertrofico. 

Perché non si può solo prendere, nella vita. Si deve anche dare. E voi avete preso preso preso e poi vi siete dati: alla fuga.

È facile scappare. Magari vi siete sentiti anche dei fighi. Ma i fighi veri rimangono e si fanno spezzare le vene delle mani dalla costruzione di un amore. 

Ecco sarebbe facile dirvi che vi odio. Forse ve lo aspettate anche, ma non avrete questa soddisfazione. Invece vi ringrazio tutti, uno per uno, per esservene andati, la maggior parte di voi dopo aver promesso cose che sapeva bene di non poter mantenere. Vi ringrazio perché mi avete reso forte, cinica, sarcastica e stronza con chi, come voi, non si merita una briciola del mio tempo e del mio amore. 

Vi ringrazio perché nell'essere così incredibilmente vigliacchi e ridicoli mi avete reso migliore, una donna che vi guarda dall'alto in basso e che, sostanzialmente, vi prende per il culo, dalla mattina alla sera. 

Qualcuno di voi non leggerà queste righe, qualcun altro si e forse per la prima volta si vergognerà, pur senza ammetterlo nemmeno con se stesso, per essere stato così vile e meschino. Qualcuno leggerà e si dirà "non sta dicendo a me, vero?"

Qualcuno di voi sa che l'ho già perdonato. Vi ho visto così piccoli e indifesi nel vostro smarrimento che sarebbe stato inutile e controproducente aggiungere ulteriore cattiveria. La vostra vita la dice e la dirà lunga su chi aveva ragione tra noi. 

Ma poi, come dice sempre un mio carissimo amico, è più importante avere ragione o essere felici? Nel mio piccolo sono arcistufa di avere sempre ragione. 

Andate via liberi e, ove mai possibile, non tornate. Trovereste poi quell'unico che non ha avuto paura di amarmi ed è lì con me che guarda nella mia stessa direzione.

Ecco, per favore, toglietevi da davanti. Mi coprite il panorama. 

Cassandra dei poveri.