Ecco come prosegue l’assenza di goccine nel mio corpo:
come sapete mio figlio è stato vittima di bullismo a Milano e ho deciso di fargli cambiare area.
Il primo anno della scuola media ha vissuto a Cupra Marittima con mia mamma e ha frequentato la scuola lì, dove si è trovato benissimo:
Voleva rimanere fino alla fine delle medie, poi i suoi migliori amici sono stati bocciati e ha deciso di tornare a Milano, chiaramente in un plesso scolastico diverso.
La scuola di Cupra però non mi ha tolto ancora dalla mailing list genitori e mi arrivano tutte le mail del programma 2019/2020 e io piango ogni volta.
Piango per il dolore dello scorso anno sapendo quello che è successo a mio figlio a Milano, dolore che rivivo giorno e notte da quasi 12 mesi.
Piango di sollievo perché da settembre lo vedrò tutti i giorni, come è giusto che sia.
Piango di dolore perché alla scuola di Cupra si sono tutti comportati benissimo con lui e mi sembra di averli traditi.
Ma si può?
giovedì 4 luglio 2019
giovedì 27 giugno 2019
Breve storia tristeH.
Ieri degustazione birra alla Salumeria dello Sport, mio locale preferito a Milano, anche se dalla parte opposta di casa mia.
Io e mio figlio, senza auto ma audaci, sfidiamo i 40 gradi milanesi alle 20 e andiamo in tram.
Un'ora e 15 minuti sulla linea 14 senza aria condizionata, il tram in Corso Genova cambia percorso e finisce a Porta Genova e non in piazza Napoli dove mi aspettava il mio fidanzato.
Ore 21.15 chiamata isterica a Santo Subito: vieni a prenderci, per favore, siamo in Porta Genova, devastati dal caldo e non sappiamo più cosa fare.
Ore 21.30 arriva Santo Subito alla riscossa.
Ore 21.31 mio figlio si addormenta in macchina, sciolto come una sottiletta sull’hamburger
Ore 21.32 butto i tacchi dal finestrino dopo aver constatato che sono uscita di casa con le gambe di Naomi Campbell (si fa per dire) e mi ritrovo quelle di Trudy, la moglie di Gambadilegno.
Ore 22 siamo a casa con aria condizionata e davanti al frigo e giuriamo che MAI PIÙ!
(Devo farmi forza e iniziare a usare Enjoy anche se mi fa orrore!)
Io e mio figlio, senza auto ma audaci, sfidiamo i 40 gradi milanesi alle 20 e andiamo in tram.
Un'ora e 15 minuti sulla linea 14 senza aria condizionata, il tram in Corso Genova cambia percorso e finisce a Porta Genova e non in piazza Napoli dove mi aspettava il mio fidanzato.
Ore 21.15 chiamata isterica a Santo Subito: vieni a prenderci, per favore, siamo in Porta Genova, devastati dal caldo e non sappiamo più cosa fare.
Ore 21.30 arriva Santo Subito alla riscossa.
Ore 21.31 mio figlio si addormenta in macchina, sciolto come una sottiletta sull’hamburger
Ore 21.32 butto i tacchi dal finestrino dopo aver constatato che sono uscita di casa con le gambe di Naomi Campbell (si fa per dire) e mi ritrovo quelle di Trudy, la moglie di Gambadilegno.
Ore 22 siamo a casa con aria condizionata e davanti al frigo e giuriamo che MAI PIÙ!
(Devo farmi forza e iniziare a usare Enjoy anche se mi fa orrore!)
martedì 25 giugno 2019
Riflessioni. Di mio figlio.
Riflessioni di mio figlio e della sua migliore amica (entrambi 12 anni a breve) stamattina alle 8:
”Certo, mamma, che essere donna è molto più difficile che essere uomo.”
“Confermo, amore, ma perché tu sei arrivato a questa conclusione?”
Perché:
Avete il ciclo
Dovete portare i tacchi
Vi pagano meno anche se lavorate più e meglio degli uomini
Dovete pulire la casa
Dovete stare incinta 9 mesi
Partorite (spesso con dolore)
Sopportate spesso dei mariti squallidi
Poi aggiunge l’amica: “E se non ci trucchiamo non ci caga nessuno”.
Volevo ribattere qualcosa di intelligente e propositivo, ma avevano già detto tutto loro.
Buona giornata a tutte le Donne con la Maiuscola.
Alle altre no: faccio squadra con le mie simili.
(Ho un amico meraviglioso che per divertimento gioca alla Drag. Mi sono sempre chiesta chi cazzo glielo facesse fare visto che è un uomo bellissimo e di talento. Perché complicarsi la vita? Ti amo, Enorma!)
”Certo, mamma, che essere donna è molto più difficile che essere uomo.”
“Confermo, amore, ma perché tu sei arrivato a questa conclusione?”
Perché:
Avete il ciclo
Dovete portare i tacchi
Vi pagano meno anche se lavorate più e meglio degli uomini
Dovete pulire la casa
Dovete stare incinta 9 mesi
Partorite (spesso con dolore)
Sopportate spesso dei mariti squallidi
Poi aggiunge l’amica: “E se non ci trucchiamo non ci caga nessuno”.
Volevo ribattere qualcosa di intelligente e propositivo, ma avevano già detto tutto loro.
Buona giornata a tutte le Donne con la Maiuscola.
Alle altre no: faccio squadra con le mie simili.
(Ho un amico meraviglioso che per divertimento gioca alla Drag. Mi sono sempre chiesta chi cazzo glielo facesse fare visto che è un uomo bellissimo e di talento. Perché complicarsi la vita? Ti amo, Enorma!)
Nuove vicine di casa
Una delle mie nuove vicine di casa mi ha appena dato 38 anni.
Direi che farsi il mazzo per 6 mesi con gli scatoloni ha ora finalmente un senso.
Però ho vanificato questi 10 anni che mi hanno tolto parlando per mezz'ora con mio figlio in cucina mentre preparavo la colazione. Riguardandolo meglio perché mi sembrava cresciutissimo mi sono resa conto che stavo parlando con un attaccapanni effettivamente vestito come mio figlio che lì ci tira le felpe!
Va tutto trionfalmente bene, come al solito...
Direi che farsi il mazzo per 6 mesi con gli scatoloni ha ora finalmente un senso.
Però ho vanificato questi 10 anni che mi hanno tolto parlando per mezz'ora con mio figlio in cucina mentre preparavo la colazione. Riguardandolo meglio perché mi sembrava cresciutissimo mi sono resa conto che stavo parlando con un attaccapanni effettivamente vestito come mio figlio che lì ci tira le felpe!
Va tutto trionfalmente bene, come al solito...
lunedì 21 gennaio 2019
io rogito, tu rogiti, egli rogita...
Ieri ho rogitato 21 anni di vita: ho venduto la mia prima
casa, il micro appartamentino che mi ha reso tanto felice e sicura per anni.
È stato un passo difficile, che rimandavo da anni, ma ho
ricevuto un’offerta da una persona amica e ho pensato che il mio nido fosse al
sicuro nelle sue mani.
Era il 1998 e la mia vita non andava per il verso che
desideravo. Credo sia stato paradossalmente l’anno più brutto che io ricordi
dopo il 1995, che li batte tutti fino al 2015.
Una storia d’amore importante, anzi LA storia d’amore della
mia vita finita con una gravidanza. Non la mia, quella dell’altra. Che lui ha
scelto al posto mio.
La storia d’amore che mi ha reso brutta cinica acida,
insomma la stronza che conoscete voi.
La storia era finita nel 1995 ma il dolore era fortissimo
ancora nel 1998. Il dolore è finito nel 2012, quando ho preso un aereo e sono
andata a parlare con lui dopo 17 anni che non lo vedevo.
Nel periodo in cui ho comprato casa avevo un lavoro
stupendo: lavoravo in De Beers, brand che avrebbe cambiato per sempre la mia
vita, ma abitavo con un fidanzato ubriacone e manesco.
Mia mamma lo capí, perché solo le mamme ti chiamano il
giorno dopo essere stata pestata e sanno già.
Mamma disse: “Basta, è ora che tu abbia la tua casa, il tuo
posto sicuro!”
Io ho cambiato casa oltre 50 volte nella mia vita: avevo i
genitori divorziati e vivevo con una valigia praticamente in mano. Tutte le
volte che ne facevo arrabbiare uno questo mi mandava dall'altra e viceversa.
Poi le case delle nonne. Poi la mia piccolina a Siena, sotto casa di mamma. Poi
quelle di Firenze negli anni dell’università, poi quella di Milano comprata per
il mio “matrimonio” mai avvenuto, casa che si è goduta l’altra, poi tante case
con le amiche, poi tutte le case di quando vivevo all'estero poi finalmente
lei:
55 mq in via Fratelli Induno 2, 20154 Milano.
Nessuno la voleva perché era un piano terra. C’era poca luce e nessuno sapeva chi fossero i Fratelli
Induno.
Io ci sono andata a vivere con la vernice ancora fresca e
pur di sfuggire al fidanzato manesco ho dormito sul materasso in terra.
Ma almeno ero al sicuro.
Misi le sbarre alle finestre e il parquet blu.
Per tutti ero pazza, con scelte cromatiche a dir poco
estreme. Ma me ne fottevo perché era casa mia e me la pagavo io.
(Un ringraziamento a mia mamma perché ha venduto la casa al mare per farmi avere l’acconto per quella di Milano e
un ringraziamento per tutte le volte che ha pagato lei la rata di mutuo quando
qualche datore di lavoro si “dimenticava” di versarmi lo stipendio”.)
In via Induno sono stata la persona più felice del mondo,
anche se quei 20 anni sono stati a tratti duri.
Nel 2005 saltò anche il mio secondo quasi matrimonio e mia
mamma decise che rifare il bagno di quella casa mi avrebbe distratto.
Partii con il voler mettere la doccia al posto della vasca e
poi in 6 mesi cambiai tutta la casa. Mia mamma è incazzata ancora oggi per i
soldi che ci spesi, ma quella casa divenne una meraviglia con tutti i mobili su
misura e il letto a soppalco che si appoggiava sulla cabina armadio delle
scarpe.
Solo un genio poteva concepire una cosa del genere e io modestamente lo
fui, rimanendo umile.
Nel 2006 la casa era un gioiello ma io rimasi incinta di un
altro gioiello!
Siamo rimasti lì io e Lorenzo e sono stati i 7 anni più
belli della mia vita: avevo un figlio divino, il lavoro dei miei sogni, una
casa stupenda, e nessuno tra i coglioni.
È stato bellissimo e sono grata per tutti quelli anni di
gioia pura.
Poi nel 2014 mia mamma mi fece notare che Lorenzo si
meritava la sua stanzetta da ometto grande, non poteva più dormire nella stanza
della mamma.
Così mi sono violentata letteralmente per andare a vivere
altrove e con la morte nel cuore ho affittato via Induno. Per anni ho cercato
di non passarci più davanti perché mi faceva male il solo pensiero che qualcuno
fosse lì al posto mio. (Mio figlio ha dormito in camera sua una volta in 4
anni!)
L’anno scorso la richiesta: il mio vicino di casa desiderava
allargarsi.
E da ieri la mia casa non è più mia.
Ci sarà una casa più bella, quella da donna adulta, di 115
mq, con due bagni (il sogno della mia vita), due camere, il salotto e la cucina
NON a vista perché odio vedere la cucina dal resto della casa. Ci sarà una
cantina e un box per la macchina che non ho, ma sono sicura che li le mie
scarpe avranno le scaffalature che meritano.
Saremo felice lì, lo so.
Ma ieri non lo ero perché il mio rifugio non è più mio.
Pendolarismi
Dopo mesi di pendolarismo Milano - San Benedetto del Tronto, la stimata azienda Trenitalia ha deciso di regalarmi la prima classe stasera.
Mi sentivo una regina: senza cani e in prima.
Però accanto a una bambina di un anno che piange da ore.
Va tutto trionfalmente bene.
Iscriviti a:
Post (Atom)