Certa di sembrare non banale, bensì banalerrima, ammetto di aver riflettuto a lungo in questa estate lontana dagli affetti più cari e di essere giunta alla conclusione che la mia vita senza (in ordine):
me stessa
mio figlio
la mia famiglia
i miei amici
i miei animali
il mio lavoro
Milano
non vale la pena di essere vissuta.
Mi metto al primo posto, perchè credo, molto egoisticamente, che se non si è felici e sani non si riesca a godere di niente, neppure dell'amore per il proprio figlio.
Appurato che sono sana come un pesce e che lavoro alla mia felicità da circa 44 anni, posso passare senza dubbio alla mia riflessione sull'amicizia, proprio in un'estate che, per ironia della sorte, di amici se ne è portata via ben tre.
Due uomini e una donna che stimavo profondamente, che da interlocutori di lavoro sono diventati amici, veri, quelli che hanno sempre una risposta. Quelli che se dicono che richiamano richiamano davvero.
Mi soffermo in modo particolare sulla Patty, una delle mie amiche più care, una ragazza splendida che è stata mia collega per tanti anni, che mi è piaciuta da subito, che ha riempito di regali me e mio figlio, quelle cazzatine carine di Hello Kitty per me e di Batman per il PN che ci piacevano tanto e che lei si affannava a comprare per farci ridere. Lo ti chiamava ZiaAppy e tu hai chiesto di lui fino all'ultimo e io non lo dimenticherò mai.
Insieme abbiamo parlato tanto, tesoro mio: di uomini, di orologi, di borse, di scarpe, di noi, delle nostre mamme, dei babbi, di collagene, della tue amiche che non ho, purtroppo, mai conosciuto, delle mie che ti ho fatto conoscere e che ti piacevano tanto.
Mi hai tenuto Lorenzo quando lavoravo la notte, sei venuta da Spontini con noi, hai partecipato agli Schifezza Party da Mep, come lo chiamavano noi tre, hai tuittato, istagrammato, uozzappato e feisbokkato con me tantissimo, di giorno, di notte, siamo state sveglie insieme, ognuna nella propria casa, in preda all'insonnia più sciagurata e mi hai sfottuto così tanto per tutti quei cazzo di scatoloni che mi sono portata a Porto Cervo a maggio...
E ora mi lasci così, Patty, con un WA mai risposto, con una richiesta di venire a trovarti che non hai accettato, perchè io me lo sentivo, tesoro, e tu anche, che non ci saremmo riviste mai più.
Ma a me non sarebbe importato non vederti al 100% della forma, io bella ti ho visto sempre e così ti ricordo. Volevo solo abbracciarti forte forte e supplicarti di lottare ancora, per me, per Lorenzo, oltre che per i tuoi genitori e per tutti i milioni di amici che avevi.
Raramente ho conosciuto una persona con tanti amici come te, Patty: ti conoscevano e amavano tutti, e ora non ci sei più io sono incazzata nera, perchè avevo tante cose da dirti, tante borse da andare a comprare con te, tante creme da provare insieme. Ora a chi farò quelle telefonate chilometriche dalle 19 alle 21 che iniziavano sempre con un "Pattiiiiiiii, non puoi capire cosa è successo..."?
Mi manchi Patty, la mia vita senza di te non è più la stessa. Ma so che ci sei e fai il tifo per me esattamente come prima. Ti ho sempre voluto bene e sempre te ne vorrò. Mi guardi dall'alto e mi mandi consigli utili, vedi tutto e saprai dirmi da chi scappare e a chi correre incontro.
Ho perso due amiche del cuore nella mia vita, Manola il 9 agosto 1982 e Patty il 9 agosto 2015. Ma ora siete i miei angeli personali. E chi m'ammazza?
LaGiulinaconilcuoreapezzi
mercoledì 26 agosto 2015
giovedì 13 agosto 2015
Cose che non capirò mai.
E che mi fanno continuamente incazzare.
La vita è fatta di milioni di incontri.
Potendo, starei a casa sul divano a leggermi un libro, con due gatte appallottolate sulla testa, un figlio spalmato sopra la pancia e due cani accucciati sulle gambe. Così, impietrita in un momento che vorrei far diventare eterno, senza telefono che squilla, cene da cucinare, cani da pascolare, figlio da crescere, persone da intrattenere. Ma non si può.
E allora se proprio devo vedere delle persone, che almeno siano il più gradevoli possibile.
Invece no, alla Sagra del Salame succede di tutto, vedi di tutto, senti di tutto, sopporti di tutto, sia nel merdume di Porto Cervo che alla fiaccolata di Canicattì. La faranno una all'anno di fiaccolate a Canicattì, o no?
Tanto ci siamo capiti.
Insomma tutto il mondo è paese. E scontate sono pure le robe che ti senti dire, che poi alla fine ripeti come un mantra, nella speranza che ti entrino in testa un bel giorno.
Quelle che mi toccano di più, e quelle che quindi mi fanno maggiormente diventare una iena sono le seguenti:
Per carità divina, tutto vero, ma che due enormi palle.
L'unica lezione che mi pare una persona come me, impetuosa, vulcanica, energica e dinamica, debba imparare, alla fine, è che hanno sempre ragione gli altri e tu devi solo ingoiare, stare zitta e aspettare che il tempo ti dia ragione. Ma se poi dopo sei decrepita e manco te ne accorgi che hai sempre avuto ragione a che cacchio serve?
Ti mancano di rispetto? Tu non devi alzare la voce perchè non sei come loro.
Ti tradiscono? Si vede che non ti meritano.
Hanno i loro tempi? Eh beh, ma tu vuoi tutto e subito.
Ti fanno arrabbiare ora? Porta pazienza, perchè il tempo darà ragione a te.
Ma dico, siete tutti monaci buddisti voi?
Non vi incazzate mai? Non vi viene mai da urlare come dei pazzi? Non vi sentite mai in gabbia? Non vi sembra mai che la vita vi sfugga tra le mani e voi non state facendo una beata mazza perchè siete li, ciondolanti, ad aspettare l'amico, il collega, il fidanzato di turno che hanno tempi diversi?
No, perchè a me capita da trilioni di anni.
Allora o sono sbagliata io, e ci sta, o vi drogate tutti, e anche parecchio. Ma allora ditelo, che cambiamo le regole del gioco e mi tranquillizzo anche io.
Vi piace vincere facile? Maledetti.
Una stanca stufa praticamente di tutto
La vita è fatta di milioni di incontri.
Potendo, starei a casa sul divano a leggermi un libro, con due gatte appallottolate sulla testa, un figlio spalmato sopra la pancia e due cani accucciati sulle gambe. Così, impietrita in un momento che vorrei far diventare eterno, senza telefono che squilla, cene da cucinare, cani da pascolare, figlio da crescere, persone da intrattenere. Ma non si può.
E allora se proprio devo vedere delle persone, che almeno siano il più gradevoli possibile.
Invece no, alla Sagra del Salame succede di tutto, vedi di tutto, senti di tutto, sopporti di tutto, sia nel merdume di Porto Cervo che alla fiaccolata di Canicattì. La faranno una all'anno di fiaccolate a Canicattì, o no?
Tanto ci siamo capiti.
Insomma tutto il mondo è paese. E scontate sono pure le robe che ti senti dire, che poi alla fine ripeti come un mantra, nella speranza che ti entrino in testa un bel giorno.
Quelle che mi toccano di più, e quelle che quindi mi fanno maggiormente diventare una iena sono le seguenti:
- Non ti abbassare al loro livello
- Dagli tempo
- Fai la signora
- Il tempo è gentiluomo
- Chi vivrà vedrà
Per carità divina, tutto vero, ma che due enormi palle.
L'unica lezione che mi pare una persona come me, impetuosa, vulcanica, energica e dinamica, debba imparare, alla fine, è che hanno sempre ragione gli altri e tu devi solo ingoiare, stare zitta e aspettare che il tempo ti dia ragione. Ma se poi dopo sei decrepita e manco te ne accorgi che hai sempre avuto ragione a che cacchio serve?
Ti mancano di rispetto? Tu non devi alzare la voce perchè non sei come loro.
Ti tradiscono? Si vede che non ti meritano.
Hanno i loro tempi? Eh beh, ma tu vuoi tutto e subito.
Ti fanno arrabbiare ora? Porta pazienza, perchè il tempo darà ragione a te.
Ma dico, siete tutti monaci buddisti voi?
Non vi incazzate mai? Non vi viene mai da urlare come dei pazzi? Non vi sentite mai in gabbia? Non vi sembra mai che la vita vi sfugga tra le mani e voi non state facendo una beata mazza perchè siete li, ciondolanti, ad aspettare l'amico, il collega, il fidanzato di turno che hanno tempi diversi?
No, perchè a me capita da trilioni di anni.
Allora o sono sbagliata io, e ci sta, o vi drogate tutti, e anche parecchio. Ma allora ditelo, che cambiamo le regole del gioco e mi tranquillizzo anche io.
Vi piace vincere facile? Maledetti.
Una stanca stufa praticamente di tutto
domenica 9 agosto 2015
Agosto. Addii. Senza ritorno.
È iniziato tutto il 9 agosto 1982, quando qualcuno lassù ha deciso che dovevo fare a meno della mia migliore amica Manola e se l'è presa, lasciandomi a 12 anni con il vestito della festa a piangere su una lapide.
Poi ci sono stati i nonni, uno via l'altro, in uno stillicidio continuo, dai bisnonni in poi.
Poi ci sono stati gli amici, quelli che hanno deciso che la loro vita non era degna di essere vissuta e quelli che volevano vivere, ma qualcun altro ha deciso per loro.
Poi ci sono stati gli animali che ho amato e che sono morti, come si sa che accade, ma fa sempre tanto male da morire.
Poi ci siete voi due, ex amiche, che avete deciso di rifarvi una vita. Senza di me e senza una spiegazione che fosse quanto meno dettata dalla buona educazione. Amen.
Poi ci sono gli uomini che ho amato. Uno, a dire la verità, poi tutti gli altri che ho creduto di amare, ma erano solo un "twist in my sobriety", per dirla come una splendida Tanita Tikaram.
Se ne sono sempre andati. Tutti.
Sono, da sempre, la "non scelta", quella che si lascia per tornare dall'altra, una che forse non ti fa toccare il cielo con un dito, ma è più facile di me.
Inutile che facciate dell'ironia sul perché ve ne andate. La farei anche io della facile ironia, se non tornaste tutti. Ma tornate sempre, dimostrando più a voi stessi che a me che quella sbagliata non sono io.
Perché io sono troppo. Troppo tutto. In una parola, forse qualcuno vorrebbe che io mi definissi quella non adeguata.
E invece no. Non ce la farete mai. Non vincerete voi.
Io sono quella che parla tanto, che ride tanto, quella che dona tanto, quella che si fa in quattro per voi, quella che capisce tutto e fa un passo indietro. Per lasciarvi andare dalle donne della vostra vita che non vi renderanno felici ma sono facili da gestire.
Quelle che "lei è così brutta che nessuno me la fregherà", per citare la frase dell'unico uomo che ho amato e che ha fatto un figlio con un'altra, mentre divideva la casa con me.
Io non piango, io non urlo, io butto giù merda da venti anni.
Poi però sempre da 20 anni assisto al vostro ritorno, con la coda tra le gambe, e vi consolo quando piangete perché "mi avete perso".
Io non vi odio. Lasciandomi, spesso male e da codardi, mi avete reso invincibile.
Solo una cosa può farmi male e qui non la scriverò.
Voi andate, fate i vostri esperimenti di vita e tornate, con lo sguardo basso e le mani attorcinate, a dirmi che "hai sempre avuto ragione tu, Giulia".
Mia mamma mi ha sempre detto che le cose le sento prima. Sono una strega, una novella Cassandra dei poveri. Capisco dal tono della vostra voce che state per scegliere l'altra prima che lo abbiate capito voi. Oppure che state scegliendo la via più facile, perché io sono troppo, e poi sto a Milano, sono indipendente e poi sono troppo bella, chissà in quanti ci proveranno. Senza capire che io, nella varie fasi della mia vita, non volevo loro, gli altri, volevo proprio voi, che ora mi leggete e vi date dei coglioni, con le vostre storie malate, prevedibili e piccolo borghesi.
Ma questo è. Vi ho promesso libertà. Andate, siete liberi. Anche di non tornare.
Metterò nel dimenticarvi la stessa disperazione ed energia che ho messo nell'accogliervi e al vostro ritorno troverete un pezzo di ghiaccio. Una donna che, per voi, è diventata irraggiungibile. Quindi fatevi un piacere: non tornate proprio, perché fareste solo un regalo al mio ego, già abbastanza ipertrofico.
Perché non si può solo prendere, nella vita. Si deve anche dare. E voi avete preso preso preso e poi vi siete dati: alla fuga.
È facile scappare. Magari vi siete sentiti anche dei fighi. Ma i fighi veri rimangono e si fanno spezzare le vene delle mani dalla costruzione di un amore.
Ecco sarebbe facile dirvi che vi odio. Forse ve lo aspettate anche, ma non avrete questa soddisfazione. Invece vi ringrazio tutti, uno per uno, per esservene andati, la maggior parte di voi dopo aver promesso cose che sapeva bene di non poter mantenere. Vi ringrazio perché mi avete reso forte, cinica, sarcastica e stronza con chi, come voi, non si merita una briciola del mio tempo e del mio amore.
Vi ringrazio perché nell'essere così incredibilmente vigliacchi e ridicoli mi avete reso migliore, una donna che vi guarda dall'alto in basso e che, sostanzialmente, vi prende per il culo, dalla mattina alla sera.
Qualcuno di voi non leggerà queste righe, qualcun altro si e forse per la prima volta si vergognerà, pur senza ammetterlo nemmeno con se stesso, per essere stato così vile e meschino. Qualcuno leggerà e si dirà "non sta dicendo a me, vero?"
Qualcuno di voi sa che l'ho già perdonato. Vi ho visto così piccoli e indifesi nel vostro smarrimento che sarebbe stato inutile e controproducente aggiungere ulteriore cattiveria. La vostra vita la dice e la dirà lunga su chi aveva ragione tra noi.
Ma poi, come dice sempre un mio carissimo amico, è più importante avere ragione o essere felici? Nel mio piccolo sono arcistufa di avere sempre ragione.
Andate via liberi e, ove mai possibile, non tornate. Trovereste poi quell'unico che non ha avuto paura di amarmi ed è lì con me che guarda nella mia stessa direzione.
Ecco, per favore, toglietevi da davanti. Mi coprite il panorama.
Cassandra dei poveri.
Iscriviti a:
Post (Atom)