domenica 4 marzo 2012

Elogio delle piccole cose

Io sono una persona felice.
Mavvaffanculo, direte voi.
Ma se sono felice io, potete farcela anche voi, aggiungo io.
Sarà, direte voi.

Zitti e leggete.

Ok, sono nata a Siena in una famiglia di "bipolari", ma benestanti.
Ok, Siena non fa proprio schifo schifo, se ci passi i tuoi primi 20 anni.
Ok, a casa mia la cultura è la cosa più importante, insieme all’onestà e alla correttezza.
Ok, mi hanno sempre fatto fare quello che volevo io,  anche perché essendo io una secchiona clamorosa, volevo delle cose accettabili anche da parte della mia famiglia. Vale a dire: non volevo certo diventare un’indossatrice, dato che avevo un culo che faceva provincia, e i brufoli.
Io volevo studiare lingue e diventare interprete. Accettabile anche per i miei. Ho deciso a 5 anni che volevo studiare lingue e lingue ho studiato.
Ok, non è da tutti avere una visione così nitida delle cose, per cui segnatevi sul vostro foglio:

A)    avere una visione il più possibile nitida dei nostri limiti e delle nostre forze.

In pratica fatevi una bella SWAT analisi delle vostre personcine.

Ok, io ce l’ho fatta: la Scuola Interpreti è dura, abbiamo iniziato in 60, abbiamo finito in poche, e io ero una di quelle.
Ok, ho avuto una famiglia che mi ha permesso di fare una scuola privata.

Ma segnatevi sul foglio:

B)     ho sputato sangue! Non uscivo mai, non sono andata alle feste se non il sabato, ho studiato 18 ore al giorno per tutto il liceo e l’università (da qui il culo ampio), ho lavorato nel we e l’ultimo anno anche dopo cena per comprarmi delle cose che volevo (o per pagarmi le multe di quella razzo di macchina che posteggiavo sempre di m***a), sapendo che a casa mi avrebbero fatto una risata in faccia se avessi chiesto altri soldi

OK, ero anche belloccia, a parte il culo, per cui un lavoretto da hostess o da barista non me lo ha mai negato nessuno.

Si però, cari miei detrattori, le cose bisogna volerle da matti. Nessuno ti regala niente.

Ok, diciamo che la base mia era buona, altri hanno avuto meno. Vero.

Ma bisogna un pochino anche sforzarsi…

Tipo non accontentarsi. Ho preso una seconda laurea, dato che la Scuola Interpreti mi aveva ricambiato con un diploma e basta, orrore. A casa mia sono laureate anche le mattonelle del bagno, stirazzi se mi bastava un diploma.
Poi ho cambiato lavoro, e cambiato lavoro, e cambiato lavoro e cambiato lavoro… credo che l’ufficio del personale di ogni bella azienda italiana di moda abbia almeno 46 versioni del mio curriculum vitae. Ovviamente ho lavorato solo per quelle aziende per le quali non ho mai speso un secondo del mio tempo per mandare il cv, ma va bene ugualmente

OK, ho avuto culo (in tutti i sensi), altri ne hanno meno.
Certo però che sei stai chiuso nella tua cameretta a sognare senza muovere un dito…

Comunque sia.

A 40 anni (si, perché io ormai ho 40 anni per il resto della mia vita, per cui rassegnatevi, la mia età vera la sa solo la mi mamma, se si concentra un filino) ho il lavoro che voglio. Certo, vorrei guadagnare il triplo, chi non lo vorrebbe, ma lavoro come dove e quando voglio io (cioè sempre, ma questi sono inutili dettagli).
Dopo un numero all’ennesima potenza di storie sentimentali terrificanti, che definirei più che altro cialtronerie sentimentali, a parte un paio, ho totalmente rinunciato a trovare l’anima gemella. Non so se esiste, io di certo non la cerco più e, simpaticamente, me ne sbatto. Lei si fa i fatti suoi, io mi faccio i miei.

Me li faccio talmente tanto che ho un bambino DIVINO MERAVIGLIOSO FANTASTICO BELLISSIMO GANZISSIMO INTELLIGENTISSIMO  a mamma, nato assolutamente per caso dall’unione brevissima con un uomo meraviglioso che adoro e stimo, ma che è un filino sposato. Con un’altra, è ovvio. Non mi rompete i maroni con le vostre pruderie bigotte, perché anche io ci ho messo circa 4 anni di analisi per scrivere la frase di cui sopra senza vergognarmi, per cui ora non starò più a massacrarmi per quanto accaduto.
Io sono stata corretta con lui, lui è corretto con noi. Io amo e cresco suo figlio, lui mi aiuta come può, sperando un domani di fare chiarezza e di far vivere mio figlio il più possibile con il padre che adora, ricambiato.

OK, siamo d’accordo, mi merito tutte le offese che vorrete inviarmi, ma la vita non sempre va secondo il foglio di excel che mi porto costantemente dietro, qualche volta bisogna improvvisare.

E quindi scrivete nel vostro foglietto:

C) siate pronti e flessibili, i programmi cambiano e non potete ignorarlo.

Sono felice. Mi bastano poche cose piccole, e non è retorica.
Mi basta sapere che mio figlio sta bene.
Mi basta essere in armonia con quella rospa della mi mamma e con quel burbero del mi babbo.
Mi basta sapere che ho tre fratelli che adoro e che sono sempre pronti ad aiutarmi, e io loro.
Mi basta il sole.
Mi basta non essere troppo invidiata da persone piccole piccole.
Mi basta un grazie, ogni tanto.
Mi basta il sorriso delle persone a cui cambio la giornata con un piccolo gesto.
Mi basta la ricchezza degli amici che ho, un messaggino e sono sempre pronti ad aiutarmi. (Sono fortunata, è vero, ma chiedetevi anche quante volte mi sono sbattuta io per aiutare loro)
Mi basta il fioricino che mio figlio mi porta quando va a fare una passeggiata con i nonni.
Mi basta guardarmi allo specchio e piacermi, per sentirmi bella.
Mi basta un "brava" ogni tanto per sentirmi utile.
Mi basta un “Mamma ti amo” per capire che ho fatto la scelta giusta.
Mi basta un “Giulia, che ne pensi?” che capire che ho scelto il cammino giusto.
Mi basta lo sguardo di un uomo per strada per sentirmi donna.
Mi basta il sorriso della mia analista per capire che il peggio è passato.
Mi basta la commozione dei nonni che mi restano per guardare al passato con amore.
Mi basta una parola di stima per capire che il futuro non è poi così critico.
Mi basta una pacca sulle spalle per capire che il presente è ancora una volta dalla mia parte.
Mi basta il mare, e non quello delle Maldive, per essere ricca dentro.
Mi basta un acquisto tra le bancarelle per capire che non ho più bisogno della Birkin, che cmq sognavo e mi sono comprata, dopo anni di duro lavoro, e molto prima di capire che l’Italia sarebbe andata a rotoli.
Mi basta farmi la piega dai cinesi per sentirmi presentabile fuori, perché dentro lo sono sempre stata, eccome. Bastava crederci un pochino.

Ok, avete ragione, io ho tanto, ho avuto tanto. Ma il tanto che ho ora è solo direttamente proporzionale a quello che volevo e a quanto mi sono adoperata per averlo.
La vita è la fuori: muovete il culo. Lamentarsi e basta non serve.

Grazie GiuliaGrande per avere imparato a dare retta alla Giulina che è dentro di te e vuole essere felice, ogni giorno, con poco.

LaGiulinafelice