Dedicato a chi pensa “povero
Santo Subito” in isolamento con quella pazza.
Allora dovete sapere che ho
conosciuto Santo ad aprile 2018 alla Decathlon in piazza Cairoli a Milano.
Il
buongustaio mi vide alle prese con l’acquisto di una bici da uomo e sprezzante
del pericolo marito mi offrì un caffè al bar. Va detto che io, da lontano,
sembro proprio figa: bella, alta, algida, sfuggente, misteriosa, sempre di
fretta, dinamica e di poche parole.
Da vicino, davanti a un caffè NO.
Gli attaccai subito un pippone
metafisico sulla vita e lui dopo il caffè fuggì. Siccome sono abituata a
piacere molto agli uomini, tanto da indurli alla fuga dopo 7 nano secondi, feci
solo in tempo a lasciargli il mio numero. Poi salii sulla mia bici nuova da
uomo e ciaone.
Sapevo che non l’avrei mai più visto.
Era il 17 aprile 2018.
Il ragazzo sparì.
Ça va sans dire.
Si rifece vivo a metà giugno
perché in tutto quello tsunami di parole a vanvera aveva capito solamente che
da metà giugno avrei avuto meno cani, meno figli, meno incombenze e forse avrei
avuto il tempo per un aperitivo.
All’incontro serale mi presentai
con una delle Galline come chaperon e Santo ancora si chiede perché non si
fidanzò con Martha e non con me. Credo sia stato per il marito di lei. Ma verificherò
ancora e vi farò sapere.
Successivamente mi invitò a un
concerto in piazza Castello dove io mi presentai direttamente dal lavoro con
dei tacchi assurdi, uno dei quali si incastrò nel legno di una piattaforma e
caddi portandomi dietro 4 file di seggioline.
Anche lì mi dissi: “Ho fatto la
solita Giuliata, peccato perché questo mi sarebbe piaciuto”
Dopo questo, il temerario mi
venne a trovare al mare ad agosto qualche giorno e per non farlo stare a casa
con i miei perché non mi pareva il caso, prenotai per lui un romantico
alberghetto a Cupra Alta, Borgo Marano, hotel Castello, con una vista
mozzafiato sul mar Adriatico, un’alba e un tramonto che te li raccomando.
Ricordo ancora la prima mattina
come fosse ieri: mentre Santo si preparava per una giornata al mare, io lo
aspettavo al bar, a bere un caffè nella terrazza a sprofondo sul mare, al
telefono con una amica alla quale dicevo: “Sono proprio oggi 12 anni che non mi
permetto qualche giorno al mare senza figlio, senza cani, senza parenti. Sento
che sarà una settimana bellissima, ho tante cose belle da far vedere a
Paolino.”
In quell’istante arrivò la
chiamata di Paolino. Salutai l’amica e presi la seconda chiamata:
“Giulia, scusa, puoi venire su in
camera mia un attimo?”
“Cosa è successo?”
“Vieni su e te lo dico”
Ahi.
Te pareva se potevo essere io per
una volta quella Granculo di Cenerentola?
Arrivata in camera, 5 piani
sopra, trovai Paolino sofferente a letto che sillabando a fatica disse:
“schiena bloccata. Molto male”
Ecco.
La mia prima settimana con Santo
è stata in una pensione marchigiana, a strapiombo sul mare, con lui bloccato a
letto, mia mamma che non avrebbe voluto conoscere nessuno dei miei fidanzati se
non al matrimonio, che veniva a fargli le iniezioni e io incredula che leggevo
un libro al giorno e asciugavo la sua fronte madida di sudore.
Alla fine della settimana
riaccompagnai Santo a Milano perché aveva finito le vacanze e non poteva
guidare. Tra me e me provavo un senso di mestizia pensando che non lo avrei più
visto.
In realtà il ragazzo mi disse che
aveva capito in quei 15 mq di camera che la felicità era stare tutto il giorno
a letto con me accanto a leggere libri e a ridere come cretini per i video che
gli facevo vedere fino a quando non urlava “basta basta non posso ridere, mi fa
male tutto.”
E se quella era la cattività con
me figuriamoci come sarebbe stata la vita vera.
E così sia, andate tutti in pace.
(Per la stesura di questo
capitolo del mio libro non è stato ferito o ucciso nessun fidanzato, sia
chiaro.)