Piccola lezione non richiesta sull'amicizia vera.
Ieri ho cenato con due amiche
speciali che mi hanno chiesto come sto, mi hanno ascoltato davvero, hanno
annuito spesso e hanno capito, senza giudicare, mettendosi nei miei panni che
non sono i loro.
Perché una persona è e rimane tua amica
anche se ama persone che tu non ameresti, o accetta sfide professionali che tu
non accetteresti, prende decisioni che tu non prenderesti o non fa quella
telefonata che tu avresti fatto mesi or sono.
Perché l'amicizia è questo:
esserci sempre per gli amici, difenderli a spada tratta davanti a tutti e poi, magari cazziarli in separata sede (di battistiana memoria) e ascoltarli sempre ...
senza giudicare, senza mettere loro parole in bocca...
Perché gli amici non
sono parenti, non sono fidanzati, sono persone altro da noi a cui spesso basta
essere ascoltati e che ci scegliamo noi con cura che aumenta negli anni.
Si chiama empatia, si chiama
rispetto, si chiama supporto.
E non bisogna essere stitici:
un "grazie, amica mia" non ha mai ammazzato nessuno. Anzi.
Grazie, amiche mie.
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