venerdì 31 luglio 2015

Lacune da colmare.

Tipo quelle della lingua italiana.

Manca un verbo da usare quando "ti voglio bene" è poco, "ti amo" è forse un po' azzardato e il "ti adoro" è inflazionato: noi donne lo utilizziamo per tutto. E quindi non significa più niente.

Manca un verbo, che esiste invece in tedesco, per dire a qualcuno che ti piace da morire, che per te butta bene, e che se lui sarà sempre come si è fatto vedere nella prima settimana di frequentazione allora insieme spacchiamo. Eccome se spacchiamo.

E' appena successo a una mia carissima amica, Lucrezia. Bella donna, solare, allegra, positiva ma sfigatissima con gli uomini. Veramente sfigata. Una sfiga da non credere: i matti, gli anaffettivi, i ridicoli, i bipolari li attira tutti lei. Si vedono in giro dei cessi a pedali e sono sempre in coppia. Lei, invece, è sempre sola.
Ogni tanto ti racconta che ha incontrato qualcuno e che è presa. Ma inesorabilmente dopo 4/5 mesi la incontri e le chiedi: "E il tizio?"
"Quale?"
"L'ultimo"
"Ma va, un pazzo da legare! L'ho mollato quasi subito, quell'idiota"

Ormai inizia a ridere ancora prima di raccontare l'ultima disavventura. Ogni volta, da circa 20 anni.

Qualcuno potrebbe ipotizzare che sia strana lei, ma vi giuro che anche io ne ho conosciuti diversi di quelli che sono usciti con lei. Doctor Jeckyll ineccepibili, assolutamente insospettabili nelle prime settimane di frequentazione che poi, improvvisamente, si trasformano nel Mr Hyde di turno. Da avere paura.

Certo, lei non è gestibilissima: bella, alta, magra, in carriera, intelligente, vivace, buona, l'anti gattamorta. Da tipe così gli uomini scappano a gambe levate.
Se ne è fatta una ragione. ha le sue amiche, il suo lavoro, i viaggi. Ti racconta sempre che la sua vita è perfetta così e che veramente non crede che, ormai, dopo i 40 un uomo possa dare valore aggiunto alla sua vita così piena e soddisfacente.

Lucrezia piace molto, gli uomini fanno a gara per conquistarla. Ma vi giuro che alla stessa fottutissima velocità con la quale se li ritrova intorno questi spariscono, come se lei fosse troppo.
Stufa di doversi scusare di essere "troppo" perché come dice sempre "non mi alzo la mattina con il chiaro intento di farti sentire a disagio, per cui se tuo, uomo, ti senti inadeguato con me fatti due chiacchiere con uno bravo, e smetti di chiedere a me di "essere meno", cerca di essere "di più" tu! Evolvi, santiddio!"

(Capirete che quando si parla di uomini ed evoluzione nella stessa frase si va avanti per ossimori.)

Comunque l'ho incontrata stamattina. Più radiosa che mai. Non ho potuto fare a meno di dirle che emanava più frecce innamorate lei di quello scansafatiche di Cupido, quel coglione.

Mi ha detto che ha incontrato un uomo, anzi un ragazzo, più giovane di lei di qualche anno, con il quale è andata a mangiare un gelato. Sai quelle volte che dici: "Prendo un gelato, due chiacchiere e poi vado a casa perché domani lavoro presto e sono a pezzi solo all'idea" ?

Ecco, pare che lei a casa non ci sia più tornata, passatemi l'iperbole.

Questo ragazzo, Angelo, di nome e di fatto, è, almeno sulla carta, quanto più possibile lontano dal genere di uomo che di solito frequenta Lucrezia, che infatti aveva ipotizzato di dedicargli giusto il tempo di un cono gelato da 4 euro (cono medio, non quello piccolo).

In realtà, accoccolati sugli scogli a guardare il mare, lei ha pensato: "Questo ragazzo è assolutamente incantevole. Mi piacerebbe farmelo piacere, ma figuriamoci: a me non piace mai nessuno".
Lui deve aver pensato la stessa cosa, perché a un tratto le ha dato un bacetto piccolo piccolo piccolo sopra una spalla.
Lucrezia ha fatto quella che se la tira, ma era sorpresa davvero. Gli ha detto:"Ehi, tu, come ti permetti?"
Lui, per tutta risposta, le ha dato un altro piccolo bacetto sulla stessa spalla.

Parecchi bacetti e parecchi gelati dopo, ma nemmeno troppi, insomma quelli che una ragazza che sta attenta alla linea mangia in una settimana, a lei, l'irriducibile zitella inacidita, è scappato, mentre parlava di tutt'altro, un TI AMO talmente forte che si è messa una mano sulla bocca come se avesse detto una parolaccia.

Effettivamente credo che l'ultima volta che la Lucre abbia usato quel verbo per un uomo e non per una borsa fosse il 1995. Lo so, perché quando l'uomo della sua vita ha messo incinta un'altra io ero li a passarle i fazzolettini di carta e a reggere il cartonato con la foto di lui mentre lei ci tirava su delle freccette avvelenate.

Angelo si è meravigliato assai. Oddio, Lucrezia gli piace molto, ma sicuramente lui ha tempi diversi.

Quando io le ho chiesto che cosa avesse bevuto prima di urlare un TI AMO così imbarazzante, lei ha detto che erano le 15 di pomeriggio e beveva solo acqua da giorni.

Ma la spiegazione che mi ha dato mi ha fatto riflettere molto. Lucrezia ha detto che non si vergogna affatto di aver esplicitato così avanti tempo i suoi sentimenti, in un modo così repentino, che non può essere un errore, piuttosto si è trattato di un benvenuto all'uomo che aspetta da una vita. In fin dei conti conosce Angelo da una settimana, ma lo ha cercato ovunque per 20 anni e quindi non ritiene di essere stata affatto avventata nel pensare di amarlo.
Certo la lingua italiana non offre molta scelta, ma dirgli "Era ora" non mi pare più fine.

Alla fine della fiera, la vita è quella cosa che ti accade mentre stai facendo altri programmi, e se hai più di 40 anni ti rendi conto che non hai più tanto tempo per correre dietro al treno giusto, un po' perché non hai più tempo, energia e voglia, un po' perché, statistiche alla mano, quanti ne passeranno poi di treni che vanno davvero bene per te?

Lucrezia ha deciso: quest'uomo le piace e non vuole mettere barriere tra loro.
In fin dei conti cosa ti rimane alla fine di una storia se non hai amato? Niente. E se ami invece? Magari dei bei ricordi e magari la storia stessa.

Mai vai, mai sai.

Citando Agrado, mitica trans in "Tutto su mia madre": "... perché una è più autentica quanto più somiglia all'idea che ha sognato di se stessa", un amore è tanto più vero e più forte più assomiglia all'idea del sentimento che vogliamo per noi dopo tanta sofferenza.


Forza Angelo, Forza Lucrezia.

Giulia


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